Stomachion

venerdì 26 dicembre 2025

Batman: Justice Buster

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Eiichi Shimizu e Tomohiro Shimoguchi rileggono il mito di Batman in un manga in quattro tankobon che ne rielabora gli elementi essenziali per costruire una metafora su come l'intelligenza artificiale ci possa aiutare a trovare il meglio di noi stessi.
Il Batman che i due mangaka mettono in scena, infatti, non ha un Robin come assistente e compagno, ma ha dato questo nome a un'intelligenza artificiale che egli stesso ha programmato e innestato all'interno di un robot gigantesco, che ricorda l'armatura indossata da Jim Gordon nel periodo in cui era Batman (forse un po' più massiccia), per poi provarla sul campo alla fine del secondo volumetto. E lì gli autori sembrano prendere una direzione estremamente scontata, con Robin che sembra impazzire e minaccia di distruggere l'idea di giustizia di Bruce Wayne. La storia, però, ruota esattamente su questo concetto: l'idea di giustizia del Cavaliere Oscuro.
La conclusione a cui giunge Robin, infatti, è che quell'idea è autodistruttiva e rischia di portare alla fine di Ghotam, per cui, ribellandosi alla sua stessa programmazione, cerca di portare Bruce verso la scelta giusta, quella di un cambiamento personale che migliorerà se stesso e il mondo intorno a lui. E' significativo in questo senso quello che Robin dice a Dick Grayson dopo averlo rapito (e lo ha rapito esattamente per dirgli questo!):
Piuttosto che sperare che sia il mondo a cambiare è meglio cambiare se stessi. Io ritengo sia questo ciò che può far venire alla luce il vero potenziale degli esseri umani.
La comprensione di questo fatto porterà alla fine Batman alla vittoria nello scontro con Joe Chill: Bruce capirà che la sua crociata non deve essere affrontata da solo, e quindi alla fine l'usuale status quo, Batman che volteggia per i grattacieli di Gotham insieme a Robin, viene ripristinato. Significativo è, poi, l'epilogo con il Cavaliere Oscuro che raggiunge Flash, Superman e Wonder Woman sull'isola della Justice League (e in effetti la JLA aveva una sede su un'isola - !verificare!).
Questa ricerca di se stessi, però, attraversa una serie di traumi, come la morte di Jason Todd, che è un detective privato che durante la notte, ispirato proprio da Batman, ha deciso di assumere un'identità mascherata, quella del Joker, e aiutare le persone contro i criminali. E a uccidere Jason è Joe Chill, che però non è il Joe Chill originale, ma un criminale pazzo che a sua volta ha ucciso Chill e poi ha deciso di prendere per se l'identità del Joker dopo aver ucciso il giovane detective.
E' una storia intricata, quindi, dove i due mangaka riescono comunque a inserire tutto il parco di avversari di Batman, ma giungono alla fine alla stessa conclusione cui giunse Marv Wolfman tra Anno 3 e Un posto solitario dove morire: l'importanza di Robin per ricordare a Batman quali sono le cose importanti nella sua crociata contro il crimine.

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