Stomachion

domenica 14 dicembre 2025

Topolino #3655: Avventura con Alberto Angela

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Come introdotto dalla copertina di Alessandro Perina e dal bollino posto ben in vista, all'interno del numero, in particolare come prima storia, troviamo una versione papera di Alberto Angela. Suo compagno di avventure disneyane è Topolino, insieme con Pippo e il professor Zapotec, in una storia di viaggio nel tempo realizzata da Sergio Badino per i disegni di Giampaolo Soldati.
Già il padre Alberto Angela era stato disneyzzato su Topolino #3289 in una storia speciale che oltre a celebrare i suoi 90 anni, ne raccontava anche l'impegno per una divulgazione scientifica corretta. Badino, evidentemente conscio di quella storia, disneyzza il figlio in Albert Quarky, anche se poi non inserisce nessun riferimento al Peter Quarky di Fausto Vitaliano e di Alessandro Perina, cosa che sarebbe stata anche apprezzata.
Ad ogni buon conto Badino e Soldati spediscono Albert insieme con Topolino, Pippo e Sapotec nel passato per provare a risolvere L'enigma di Topokli Tepe, che è la versione disneyzzata del sito archeologico di Gobekli Tepe, al momento il più antico sito megalitico al mondo. La sua importanza sta nel fatto che le costruzioni scoperte in questo sito sembrano slegate da qualsiasi insediamento agricolo, andando contro all'idea ampiamente accettata che gli homo siano diventati stanziali grazie all'agricoltura e all'allevamento. Molti segni, invece, come per esempio i disegni di numerosi animali, sono interpretati come un sito di cacciatori raccoglitori nato per esigenze sciamaniche, e dunque religiose, e non agricole o di allevamento.
Ovviamente, non essendoci prove certe oltre ciò che si è riuscito a trovare nel sito, non c'è certezza di tale interpretazione, ma Badino accoglie proprio questa idea sciamanica e costruisce intorno una bella avventura che tra trappole e screzi con le popolazioni locali dell'epoca, porta all'attenzione del lettore l'importanza della costruzione delle storie, in particolare come punto di partenza per porsi le domande che serviranno per costruire la conoscenza.
Badino, come già avvenuto sul #3471 con la storia de L'uomo falena con una versione disneyzzata di Massimo Polidoro, riesce a sintetizzare perfettamente le caratteristiche dell'ospite presente nella storia: le sue capacità di divulgatore e la sua curiosità nella ricerca della conoscenza. Inoltre riesce a costruire un contesto non banale, che si sarebbe anche adattato al buon Indiana Pipps (come peraltro è conscio lo stesso sceneggiatore, visto che ha citato il cugino di Pippo in una vignetta) e anche in qualche modo inaspettato, visto che è in uscita un libro di Alberto Angela su Giulio Cesare, e dunque sarebbe stata anche scontata un'ambientazione nell'antica Roma.
Riflessioni sull'etica
Si conclude il Viaggio nella filosofia di Newton e Pico con una storia dedicata a Immanuel Kant e disegnata da Simona Capovilla.
Tra i capisaldi della filosofia kantiana, Fontana, e dunque Pico, parte dalla questione degli imperativi, quelli ipotetici e quelli categorici. La discussione su questi due imperativi nasce da un dilemma di Newton:
(...) anche quando sappiamo cosa sarebbe giusto fare a volte non lo facciamo!
Secondo Kant, le nostre scelte etiche dovrebbero essere guidate dagli imperativi categorici che valgono sempre e comunque... per chiunque sul pianeta! Newton, allora, immagina la possibilità di creare un automa, Kanto, che fornisce le soluzioni giuste a ogni problema etico, di fatto introducendo una questione interessante, anche se non in maniera esplicita, relativamente all'uso delle intelligenze artificiali. E' evidente, infatti, come le critiche mosse da Pico a questa idea di Newton siano sostanzialmente critiche all'uso e all'abuso di questa nuova tecnologia, che viene rappresentata come un robot fisico in grado di interagire direttamente col mondo. Come ricorda Pico, infatti:
A lungo andare, obbedire al robot ci renderebbe ottusi! E se qualcuno lo manipolasse... come faremmo a capiure se il giusto è davvcero giusto?
Anche se non in maniera esplicita, la storia suggerisce al lettore che il pensiero di Kant (e più in generale di tutti gli altri filosofi raccontati nel corso di questa serie) può aiutarci a comprendere meglio e usare con consapevolezza le tecnologie che abbiamo intorno, senza diventarne "schiavi".
Il punto non è aderire ciecamente a comandi esterni, bensì darsi regole in automonia! (...) Non lasciate che chicchessia vi privi della libertà di decidere!
Come al solito, poi l'articolo di accompagnamento di Francesco Vacca approfondisce altri aspetti del pensiero di Kant, come per esempio fenomeno e noumeno, su cui mi sono soffermato in passato, costruendo un ponte tra noumeno e relatività e meccanica quantistica.
Magari entro la fine dell'anno potrei raccogliere tutte le parti che ho dedicato in queste settimane al Viaggio nella filosofia in un unico articolo, ma per ora passiamo al prossimo omaggio.
Nel segno del Bardo
All'inizio c'era Bard, il nome con cui l'intelligenza artificiale di Google veniva identificata. E quel nome era stato assegnato come omaggio a William Shakespeare, noto anche come il Grande Bardo. Ed è per celebrarlo e soprattutto per celebrare il MacBeth che viene congegnato il nuovo episodio di Area 15: QuackBeth! La maledizione del Bardo.
Scritta da Giulio Gualtieri per i disegni di Libero Ermetti, racconta dell'impresa dei ragazzi di Area 15 di portare sul palco il QuackBeth, opera teatrale che si porta dietro una maledizione: ogni rappresentazione, infatti, si dice sia ostacolata da piccoli e grandi impedimenti. Questo, in qualche modo, suggestiona i ragazzi, ma come ci suggerisce la storia, la passione per il teatro e la capacità di giocare con le proprie paure permette di affrontare anche il compito apparentemente più improbo.

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