Per valutare la curvatura di uno spazio, si traccia un triangolo e si misurano gli angoli interni. Se il valore è all'incirca pari a 180°, lo spazio è piatto; se è superiore a 180° gradi, lo spazio è tipo sfera; se inferiore a 180°, lo spazio è una specie di sella. Per valutare la curvatura di uno spazio abbiamo, però, bisogno di trovare dei triangoli sufficientemente grandi: se proviamo a tracciare un triangolo a terra, molto probabilmente sarà un triangolo piatto, ma se proviamo a tracciare un triangolo, dallo spazio, con gli estremi della Sicilia, avremo un triangolo sferico. Allo stesso modo per l'universo bisogna determinare un triangolo il più grande possibile. A questo punto si potrebbero prendere tre stelle e tracciare un triangolo: unica complicazione è scovare tre stelle che si trovano alla stessa epoca dall'istante in cui è iniziata l'espansione cosmica, e questa cosa non è esattamente facile da determinare. Questo costringe a esaminare un segnale diffuso che siamo certi provenga dallo stesso periodo nella timeline dell'universo: la radiazione cosmica di fondo.
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Tutto questo giro di parole, però, l'ho fatto essenzialmente per introdurre l'articoletto che volevo segnalare quest'oggi, sempre pescato da quel pozzo ancora piuttosto pieno delle mie bozze: The equivalence principle and QFT: Can a particle detector tell if we live inside a hollow shell?
We show that a particle detector can distinguish the interior of a hollow shell from flat space for switching times much shorter than the light-crossing time of the shell, even though the local metrics are indistinguishable. This shows that a particle detector can read out information about the non-local structure of spacetime even when switched on for scales much shorter than the characteristic scale of the non-locality.A quanto scritto sopra non dobbiamo dimenticare che la porzione di universo che siamo in grado di osservare è molto più piccola di quella che potrebbe essere, in particolare se fosse corretto il modello dell'inflazione cosmica. Questo vorrebbe dire che l'universo globalmente potrebbe tranquillamente non essere piatto, in barba alla piattezza dell'universo che siamo in grado di osservare e che dovremmo considerare locale, per quanto vasto qualche decina di miliardi di anni luce.
- de Bernardis, P., Ade, P. A., Bock, J. J., Bond, J. R., Borrill, J., Boscaleri, A., ... & Ferreira, P. G. (2000). A flat Universe from high-resolution maps of the cosmic microwave background radiation. Nature, 404(6781), 955. doi:10.1038/35010035 (arXiv) ↩
- Borrelli, V., Jabrane, S., Lazarus, F., & Thibert, B. (2012). Flat tori in three-dimensional space and convex integration Proceedings of the National Academy of Sciences doi:10.1073/pnas.1118478109 ↩
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