Stomachion

domenica 16 dicembre 2018

Topolino #3290: Un insolito innocente

Il #3290 di Topolino è un numero di cui ho letto poco, appena tre storie, trascurando quella iniziale, nonostante la garanzia di una bella scrittura da parte di Federico Rossi Edrighi, ma onestamente non sono riuscito ad affrontare la lettura di una storia calcistica unita con una prima parte dedicata a uno sport che ormai ben poco mi riesce a raccontare. Così, dopo la recensione separata de La regina del fiume, proseguo con quella che considero la storia migliore del numero (anche se la lettura dello stesso è parziale):
Onesto per finta
Topolinia è colpita da un'ondata di furti ai danni dei cittadini più danarosi, ma nessuno dei ladri locali, Pietro Gambadilegno in testa, è coinvolto nell'impresa criminosa. Il buon Gamba, però, è intenzionato a porre un freno alla cosa per riportare la criminalità topolinese in prima linea e gli capita l'occasione per iniziare tale percorso di... "riabilitazione": svaligiare la casa dell'ipnotista Topperfield. Quest'ultimo, però, è pronto ad accoglierlo e, grazie alle sue capacità, lo convince di essere un cittadino modello di Topolinia.
In qualche modo la storia di Giorgio Fontana risulta scontata dal punto di vista giallistico, ma l'interesse dello scrittore non è tanto quello di scrivere un'avventura di genere, ma giocare con l'idea di un Gambadilegno improvvisamente onesto, al quale, peraltro, crede il solo Pippo. La prima parte della storia risulta così leggera e gradevole tra l'assurdo comportamento dell'ipnotizzato Gamba e la gustosa interazione di quest'ultimo con il migliore amico di Topolino. Quest'ultimo entra in scena nella seconda parte, quella che risolve la vicenda e riporta lo status quo alla normalità e che, soprattutto, conduce il lettore al cuore della storia: Gambadilegno era onesto per finta, quindi non poteva essere accettabile la sua condizione, in nome della libera scelta di ognuno.
Ad affiancare il romanziere troviamo il maestro Giorgio Cavazzano, come sempre in gran forma e che nel finale strizza un po' l'occhio al suoi stesso Topolino, quello ritratto ne La voce spezzata, la storia di quasi trent'anni fa che aveva riportato un po' di entusiasmo sul personaggio.
Paperino e Gastone cugini sulla neve
La chiusura del numero è affidata a Carlo Panaro con Il comando vocale, che è un particolare dispositivo in grado di far dire alle persone investite dal raggio prodotto il contrario di quel che pensano. Con un insolito colpo di fortuna, Paperino ne entra in possesso e lo utilizza per vendicarsi del cugino Gastone che si è vantato in maniera particolarmente antipatica delle sue fortune.
In qualche modo la storia è un mix delle due anime di Paperino, da un lato quella sfortunata e rancorosa e dall'altro il papero ottimista pronto a lanciarsi in nuove sfide. Questo permette a una storia forse un po' debole a causa di un soggetto obiettivamente scontato di riuscire gradevole e divertente, nonostante un paio di personaggi risultino leggermente fuori posto (ad esempio: cosa ci fa il tipico rigattiere cinese in una località turistica montana?).
I disegni di Ettore Gula si mantengono con una certa coerenza all'interno della linea grafica tipica dei cartoni animati (in particolare quelli di Mr.Bean), anche se in un paio di occasioni disegna delle situazioni non molto chiare, come il poliziotto che si muove sulla neve con la normale divisa primaverile, mentre spesso vediamo le forze dell'ordine in ambientazioni simili indossare comunque giacconi pesanti, come invece avviene nella scena finale della stessa storia.

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