Stomachion

domenica 2 dicembre 2018

Topolino #3288: Alla ricerca del francobollo perduto

Nell'ultimo periodo è stato raro trovare un numero di Topolino soddisfacente quanto il #3288, che si apre con una bella storia a tema filatelico che però sarebbe stata perfetta anche per la serie de La storia dell'arte di Topolino.
Sulle tracce di Vincent Van Gogh
La leggenda filatelica, storia di apertura del numero, non solo rende omaggio allo sfortunato pittore Vincent Van Gogh, ma riunisce anche una coppia di maestri disneyani come Massimo Marconi e Massimo De Vita. La storia mette Topolino e Zapotec, quest'ultimo nel suo ruolo di direttore del Museo di Topolinia, sulle tracce dell'unica opera originale di Vincent Van Top. L'artista, non riuscendo a vendere i suoi quadri, andò via da Topolinia, spedendo però i suoi quadri al fratello Theo. Purtroppo gli originali delle sue opere andarono perduti nell'incendio della casa di Theo, a parte L'alba montana in possesso del nipote di Theo, Anton. Il quadro, però, non può più essere ceduto al museo, ma Anton in compensazione regala a Zapotec la collezione quasi completa di francobolli di Theo: proprio a partire da questa parte la ricerca di Topolino e Zapotec del perduto laboratorio artistico di Van Top.
La storia ha uno svolgimento semplice e lineare che permette al lettore di seguire la vicenda senza complicazioni, ma risulta in qualche modo scontata. La capacità di Marconi di proporre uno stile moderno e l'ottima gestione dei personaggi da un lato, mentre dall'altro i sempre efficaci disegni di De Vita, in quest'occasione in grado di spaziare agilmente dalle ambientazioni urbane a quelle montane, rendono nel complesso la storia gradevole da leggere, oltre che una delle migliori del numero.
Droidi: si finisce sempre troppo presto
In qualche modo anche il secondo episodio di Droidi di Alessandro Sisti e Claudio Sciarrone finisce troppo in fretta nonostante gli spunti lanciati al lettore dallo sceneggiatore. Le atmosfere dickiane continuano a essere predominanti, mentre si aggiunge un nuovo indizio che rafforza la sensazione che il Paperinik protagonista della saga non sia quello reale.
Sisti, comunque, riporta in scena Leonard Vertighel, comparso finora solo in PKNA #22, Frammenti d'autunno, qui all'inizio della sua carriera al lavoro nell'azienda di Odin Eidolon. Il lettore dickiano ha, in qualche modo, la sensazione di essere di fronte a una versione più gentile e ottimistica di Palmer Eldritch.
I disegni di Sciarrone, invece, risultano in qualche modo più efficaci: le inchiostrazioni, infatti, risultano più uniformi rispetto al primo episodio, dove alcune vignette presentavano delle chine più marcate non giustificate però da atmosfere più tese. Probabilmente ciò è dovuto anche alla maggiore presenza di vignette più ariose. Di tutti i personaggi, poi, colpisce in particolare l'androide Zyba, ispirato nel look agli anni Sessanta del XX secolo, caratterizzandola in maniera più forte ed efficace di quanto non faccia la sceneggiatura di Sisti.
L'episodio in se, preso separatamente dal suo contesto e con il semplice soggetto del poliziotto che insegue la "criminale", richiama molto al soggetto di Wet Moon di Atsushi Kaneko, e forse l'ispirazione anni Sessanta per Zyba magari proviene proprio da questo manga bello e surreale.
Due caotiche parole su Fizialetti
Visti i contenuti de Il mobile caotico di Fausto Vitaliano, ho deciso di scrivere le classiche due righe sulla storia sul Caffé del Cappellaio Matto, dove al momento trovate la recensione de Gli eroi di Monte Rattmore, per cui in questa sede mi spendo un po' di più su Umberto Fizialetti, il disegnatore della caotica e dinamica storia scritta da Vitaliano.
Come avevo già scritto qualche mese fa, lo stile di Fizialetti è chiaramente ispirato ad Alberto Lavoradori e la storia di Vitaliano non fa che esaltare lo stile al tempo stesso quadrato e in qualche modo surreale del giovane disegnatore, rendendolo così la scelta più opportuna per Il mobile caotico.

Nessun commento:

Posta un commento