Dove si introducono i personaggi e si prepara la vicenda
Non avendo ancora iniziato ad affrontare le opere più corpose della Austen, il confronto tra la parodia e il romanzo viene rimandato a tempi migliori, anche se il confronto con lo stile della scrittrice britannica è, invece, più semplice. D'altra parte la stessa Austen fa parte della storia, visto che la sua versione papera racconta la storia alla versione papera della sua migliore amica, Martha Lloyd. Questa interazione, però, permette ai due autori di alternare le scene del romanzo al dialogo tra le due amiche, con Martha che si appassiona sempre più alla narrazione di Jane, che si mostra molto affabulatoria e con quel pizzico di ironia tipico della vera Austen, senza dimenticare lo stile narrativo in cui sembra quasi che la scrittrice non conosca a fondo né come si dipanerà la storia né come reagiranno i suoi stessi personaggi. Questo espediente genera così attesa in Martha ma anche nel lettore.
I protagonisti della parodia, invece, sono i paperi. La scelta dei personaggi, però, se da un lato risulta più efficace dell'altra grande parodia di genere simile uscita quest'anno, Piccole papere, dall'altro fa un po' storcere il naso visto che si assegna a Paperetta Yé-Yé il personaggio più anziano, Jane, mentre è Paperina ad avere quello più giovane, Elizabeth, tra le due sorelle Pennet, che ovviamente prendono il posto dei Bennet del romanzo. Alla scelta cronologica si aggiunge anche l'idea in qualche modo confortante della sostituzione del padre di famiglia dei Bennet con Nonna Papera/Elvira Pennet e della madre di famiglia con Brigitta/Bridget Pennet. La coppia tradizionale del romanzo viene così sostituita da due sorelle, Elvira e Bridget, e da cinque nipoti (a Paperetta e Paperina sono aggiunte Ely, Emy ed Evy) saltando così la generazione di mezzo: d'altra parte si sa che i genitori non sono importanti(1)...
A parte questi piccoli dettagli, i personaggi scelti sono perfettamanete calati nell'atmosfera dell'epoca (i primi dell'Ottocento) e non tradiscono i loro caratteri di base. In particolare spicca Fethry Bingpap, interpretato da un Paperoga in grande spolvero nella sua sbadataggine continua. Altrettanto interessanti, soprattutto per come potrebbero crescere nel resto degli episodi, sono Paperino/Donald Duckcy, ovvero sir Darcy, e Gastone/Gaston Whickham, ovvero... Whickham. D'altra parte i due personaggi originali sono in conflitto anche nel romanzo, quindi la scelta dei due spasimanti di Elizabeth era più che ovvia, soprattutto dopo aver scelto Paperina nel luogo della più giovane delle sorelle Pennet.La storia scritta dalla Radice risulta alla fine veloce e divertente, ottimamente supportata dallo stile per l'occasione particolarmente morbido di Turconi. Il disegnatore, infatti, sembra ammorbidire molto il suo tratto, risultando molto più warnerbrossiano del solito: in particolare penso a Cane all'opera del 1957, corto diretto da Chuck Jones con le animazioni di Ken Harris, Abe Levitow e Richard Thompson costruito per essere una parodia delle opere wagneriane (ma questo è solo il primo esempio che mi è venuto in mente).
Le attese per una gran bella parodia ci sono, dunque, tutte.
Zio Paperone racconta
La rivoluzione introdotta da Don Rosa prima con la sua Saga e poi con i racconti collaterali (le così dette appendici) è stata ovviamente accolta dagli altri autori disneyani con una certa calma, in particolare in Italia dove, grazie a Guido Martina, c'era una tradizione consolidata per narrare il passato di Paperone. Tra gli autori che, però, più velocemente si sono adattati alle storie di Don Rosa c'è indubbiamente lo sceneggiatore Carlo Panaro, che con Il ricordo di un giorno si inserisce nella linea narrativa donrosiana aggiungendo un pezzetto inedito al periodo in cui Paperone e Doretta Doremì hanno condiviso il lavoro presso la concessione del Fosso dell'Agonia Bianca. A dare il là alla vicenda ci pensa, peraltro, Paperetta Yé-Yé, personaggio introdotto da Romano Scarpa come nipote della vecchia fiamma di Paperone (Doretta era la nonna di Paperetta).Panaro fornisce un'interpretazione dei due personaggi che in qualche modo può essere considerata come una sintesi tra Carl Barks e Don Rosa, mentre il finale ha un gusto particolarmente donrosiano, anche se al tempo stesso si discosta dalle storie del fumettista del Kentucky. Ottima anche la prova della disegnatrice Daniela Vetro, che mostra praticamente in ogni vignetta una particolare cura nel trattegiare ambienti e personaggi, a differenza di quanto aveva fatto su Tre papere irresistibili.
Nel complesso Il ricordo di un giorno risulta decisamente all'altezza della storia d'apertura e del settimo episodio di Alla ricerca di Topolino.
- A chi mi verrebbe a obiettare che tali pensieri li ho solo in luogo della mia età adulta, ribatto che, in realtà questa stranezza l'avevo rilevata sin da bambino. ↩
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