Stomachion

lunedì 3 dicembre 2018

Fare harakiri ed essere contenti

Serj Tankian è un cantante statunitense di origini armene meglio noto per essere il vocal leader dei System of a Down. In un post su facebook, che trovate tradotto sulla versione italiana di Rolling Stone, spiega i motivi per cui la band è bloccata da un decennio. Il cantante però in questi anni non è rimasto con le mani in mano, realizzando dischi da solista e soundtrack per film, come per il recente Spitak, film armeno di Aleksandr Kott sul terremoto che colpì l'Armenia nel 1988.
Pur risultando "solo" il cantante dei SOAD, Serj nella sua carriera da solista si è dimostrato un abile compositore sia di testi sia di musica. Basti pensare al raffinato Orca Symphony No. 1 del 2013, che purtroppo non ha ricevuto alcun seguito, o ad Harakiri dell'anno prima. In una sorta di continuità narrativa tra i due progetti, Orca si occupa in maniera esplicita dell'ambiente, in particolare del mare, e in seconda battuta del genere umano, come ha spiegato lo stesso Tankian:
Orca is known as the killer whale, but is really a dark dolphin, a symbolism for human dichotomy.
In questa occasione, però, non mi preme scrivere di Orca, ma della title track di Harakiri, che rappresenta simbolicamente l'impegno di Tankian verso temi centrali in questi ultimi giorni grazie alla discussione sui cambiamenti climatici globali innescata dal COP24.
Harakiri non è solo da ascoltare per il suo stile metal o per il testo, al tempo stesso disperato e speranzoso, ma anche da vedere. Il video, che vi presento qui sotto, è ricco di immagini di disastri ecologici, guerre, carestie, emigrazioni climatiche e contiene una serie di numeri da brividi su cui soffermarsi, perché ogni giorno beviamo acqua, respiriamo aria, ci cibiamo dei prodotti di quello stesso pianeta che riempiamo di tutta una serie di prodotti, anche "naturali", di difficile smaltimento per lo stesso pianeta.

And we believe that they are free
'Cause I believe that they are me
Washed by the sun

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