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martedì 24 marzo 2020

Wikiritratti: Edmond Becquerel

Fisico e chimico francese, Antoine César Becquerel si è interessato in particolare di elettricità. Le sue scoperte più note sono, però, quelle dell'effetto termoelettrico nel 1823 e dell'effetto fotoelettrico nel 1839. Successivamente furono Heinrich Hertz nel 1887 e Philipp Lenard nel 1900 a studiare in maggior dettaglio tale effetto: la luce incidente su una superficie metallica provoca l'emissione di elettroni, la cui energia non dipende dall'intensità della luce, ma dal suo colore, cioè dalla frequenza. La spiegazione di tale effetto, datata 1905, frutto ad Albert Einstein il Nobel per la Fisica nel 1921.
Il Nobel era stato assegnato per la prima volta nel 1901 e appena due anni più tardi, nel 1903, quello per la fisica veniva assegnato a Henri Becquerel, nipote di Antoine, insieme con Marie Curie e con il marito Pierre Curie per la scoperta della radioattività.

Edmond Becquerel - via commons
Esiste, però, come sempre, un anello di congiunzione tra nonno e nipote, che nel caso dei due Becquerel è Edmond Becquerel, figlio di Antoine e padre di Henri. E anche questo Becquerel di mezzo ha intrapreso la carriera del fisico.
Nato a Parigi il 24 marzo del 1820, fu allievo, assistente e quindi successore del padre presso il Museo nazionale di storia naturale. Intorno al 1849 ebbe una breve esperienza presso l'istituto agronomico di Versailles e nel 1853 ottenne la cattedra di fisica presso il Conservatoire national des arts et métiers.
Tra i suoi campio di indagine si contano lo spettro solare, il magnetismo, l'elettricità e l'ottica. Studiò anche la luminescenza e la fosforescenza. Inoltre, nel 1839, scoprì l'effetto fotovoltaico. A quell'epoca il giovane Edmond aveva 19 anni e si trovava nel laboratorio del padre a trafficare con gli elettrodi. In pratica aveva rivestito degli elettrodi di platino alcuni con cloruro d'argento, altri con bromuro d'argento. Illuminandoli, osservò che gli elettrodi avevano generato una tensione (differenza di potenziale) con conseguente corrente elettrica: ecco scoperto l'effetto fotovoltaico, noto anche come effetto Becquerel, che sta alla base del funzionamento dei pannelli solari.
Tra gli altri suoi interessi, c'era anche la fotografia. Nel 1840 scoprì che gli alogenuri d'argento, normalmente insensibili alle luci rossa e gialla, vi diventavano sensibili dopo l'esposizione alle luci blu, viola e ultravioletta. E' grazie a questa scoperta che abbiamo, oggi, le moderne camere di sviluppo, caratterizzate al loro interno da lampade che colorano l'ambiente completamente di rosso o giallo: sotto questa illuminazione, infatti, dagherrotipi e altre pellicole fotografiche possono essere sviluppate in sicurezza evitando i trattamenti chimici fino a quel momento in uso.
Sempre seguendo il suo interesse nello studio della luce, approfondì gli effetti fotochimici e il carattere spettroscopico della radiazione solare (ricordiamo che in quegli anni l'italiano Angelo Secchi iniziava a utilizzare lo spettroscopio abbinato al telescopio) e della luce prodotta da un arco elettrico. Si ingeressò anche alla fosforescenza, in particolare nei solfuri e nei composti dell'uranio. Conseguenza di questi ultimi studi fu l'ideazione del fosforoscopio, un apparato che permetteva di variare a piacimento e misurare l'intervallo tra l'esposizione alla fonte di luce e l'osservazione degli effetti risultanti.
Ha anche studiato le proprietà diamagnetiche e paramagnetiche delle sostanze e i fenomeni di decomposizione elettrochimica, raccogliendo un bel po' di prove a favore della legge di Faraday sull'elettrolisi, proponendo una sua modifica per spiegare alcune apparenti eccezioni alla legge. Nel 1853 scoprì l'emissione termoionica.
Tale effetto consiste nell'emissione termicamente indotta di particelle cariche, elettroni o ioni, da cui il termine obsoleto di termoioni, da parte di un materiale, tipicamente un metallo, riscaldato ad altra temperatura a causa del passaggio di una corrente elettrica. In pratica l'effetto alla base delle lampadine a incandescenza, che sarebbero state ideate da Thomas Edison nel 1880.
Tra i suoi riconoscimenti, ricordo in particolare l'elezione, nel 1886, come membro della Reale Accademia Svedese delle Scienze. Fondata il 2 giugno del 1739, è la stessa accademia che assegna ogni anni i Premi Nobel. Ed è stata solo la morte, sopraggiunta nel 1891, che gli impedì di doversi porre il problema di conflitto di interessi per l'assegnazione del premio al figlio Henri, del cui successo sarebbe stato sicuramente orgoglioso.

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