Parco divertimenti
Lo scarso credito per la storia è, ovviamente, dovuto al nome dello sceneggiatore: Marco Gervasio. Fino a qui il suo Paperinik non mi aveva convinto, o conquistato, ma con questo Paperinikland sembra avere fatto un piccolo salto di qualità. Questo non è dovuto solo all'introduzione di un nemico dall'esterno della solita cerchia paperopolese, il magnate Red Duckan, ma anche ai dialoghi che si sono considerevolmente asciugati dalle influenze martiniane, incluse le interazioni tra i personaggi.Motore della storia, come mostrato nel prologo di settimana scorsa, è l'apertura del nuovo parco giochi paperopolese a tema Paperinik, ideato e progettato proprio da questo Red Duckan. A mettere i bastoni tra le ruote a Paperino, che pensa già a un modo per reagire alla "provocazione" ci pensa anche il caso, nella forma delle nuove caramelle cancellin di Archimede, che l'eroe in incognito ingurgita per sbaglio. In questo spoiler, però, è presente anche il problema principale della storia: è piuttosto telefonata, visto quanto questa direzione narrativa stava diventando scontata man mano che la storia procedeva fino all'apertura dell'armadietto da parte di Paperino con all'interno queste nuove caramelle.
Ovvio, non tutto può funzionare nel modo migliore, ma la storia è sufficientemente ben scritta da creare l'attesa per il prossimo episodio. Inoltre è magistralmente disegnata da un Giorgio Cavazzano più in forma che mai.
Un Ciccio alternativo
A causa dell'interazione con l'acqua calda, l'orologio ideato da Archimede che avrebbe dovuto esaltare alcuni tratti nascosti del carattere di Ciccio, richiama da una Terra alternativa un suo alter ego instancabile, infaticabile e incredibilmente efficiente. Di universi paralleli o alternativi è piena la fantascienza, ma anche la scienza, come emerge in alcune delle teorie che cercano di conciliare la meccanica quantistica con la relatività.Uno degli approcci più noti, e ritenuto da molti anche molto solido, anche se mancano ancora alcune prove decisive, è quello dell'inflazione cosmica. Questo paradigma cosmologico, però, presenta anche alcuni aspetti che risultano alquanto ostici da digerire. Tra questi l'esistenza di universi paralleli, intesi come immense bolle incomunicabili tra loro all'interno delle quali le leggi della fisica sono leggermente differenti rispetto a quelle del nostro universo.
Ovviamente si possono fornire molte altre giustificazioni fisiche al multiverso, ma non è ovviamente questo che interessa a Pietro Zemelo nella storia La versione migliore, disegnata da Marco Mazzarello, quanto invece scavare nella personalità spesso monocorde di Ciccio, il tutto fare di Nonna Papera.
Alla fine possiamo dire che l'intento è perfettamente riuscito, fornendoci un ritratto un po' più interessante del solito, ma sempre sul solco rassicurante del solito Ciccio un po' pigro e parecchio goloso!
Previsioni criminose
Uno dei punti più interessanti de I colpi che verranno di Gabriele Mazzoleni disegnata dall'esperto Maurizio Amendola, è la presenza, nella storia, di un computer che tramite complessi algoritmi è in grado di prevedere il futuro. A differenza di Blackscreen di Lucio Staiano, Giuseppe Andreozzi e Fubi, la storia di Mazzoleni non si interroga né sul futuro né sul senso del libero arbitrio, ma è molto più scontata. Il computer, infatti, inizia a fornire a Topolino predizioni sui crimini che stanno per accadere. E' abbastanza scontata l'identità di chi ha ideato il piano per abbindolare Topolino, che effettivamente per un po' ci casca, ma l'altro elemento interessante è però le azioni di controllo che Basettoni, Manetta e Topolino mettono in campo per tenere d'occhio un noto criminale topolinese. Queste non solo ledono le libertà, seppur limitare, del soggetto, ma risultano arbitrarie e prive di alcun appoggio legale, mostrando in maniera abbastanza evidente le prevaricazioni che vengono portate a termine dalla polizia.Questi dettagli risultano accessori e non voluti dagli autori, ovviamente notabili solo da un lettore adulto all'interno di una storia nel complesso godibile e divertente.
Da Parigi a Pechino
Quello che dobbiamo dimostrare oggi è che dal momento che l'uomo ha l'automobile, egli può fare qualunque cosa ed andare dovunque. C'è qualcuno che accetti di andare, nell'estate prossima, da Pechino a Parigi in automobile?Questo comunicato veniva pubblicato il 31 gennaio del 1907 sul quotidiano francese Le Matin e dava ufficialmente il via alle iscrizioni per il raid automobilistico Parigi-Pechino.
Da un punto di vista economico la corsa fu un successo, visto che si iscrissero una quarantina di equipaggi tutti paganti 2000 franchi. Da un punto di vista sportivo, però, l'esito fu meno trionfale, visto che alla partenza, fissata per le 8 del 10 giugno, si presentarono in cinque equipaggi, i soli a cui venne restituita, come da regolamento, la quota di iscrizione.
Dei cinque equipaggi tre erano francesi, uno olandese e l'ultimo quello italiano. Costituito da Scipione Borghese ed Ettore Guizzardi, alla fine si rivelò il più veloce di tutto il percorso, vincendo il raid, mentre il più sfortunato fu quello di Auguste Pons e Octave Foucault che guidavano un triciclo a motore. I due furono costretti a ritirarsi, abbandonarono il veicolo in pieno deserto e rischiarono di morire, ma per fortuna furono salvati da una tribù mongola, che li riportò a Pechino.
Ed è proprio per ritrovare il loro triciclo a motore che Zapotec e Pippo partono, ancora una volta insieme, sulle trace de L'incredibile corsa, nuovo episodio di Un salto nel passato, serie ideata e scritta da Massimiliano Valentini e che, in questa occasione, si avvale dei sempre ottimi disegni di Roberto Vian.
La missione, alla fine, risulta fallimentare, come è giusto che sia, non solo per non creare un precedente storico inesistente, ma anche perché a trafficare con il tempo non finisce mai abbastanza bene...
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