Al tempo stesso distopico e post-apocalittico con un probabile finale di tipo fine-mondo, Guerra tra le metropoli di Dennis Palumbo racconta del disfacimento degli Stati Uniti d'America, distrutti dagli egoismi politici delle grandi città statunitensi. Queste, dopo un primo periodo di svuotamento, iniziarono ad accumulare sempre più potere rispetto allo stato centrale, ottenendo le risorse sufficienti per dichiararsi indipendenti e iniziare a muoversi guerra a vicenda.
La storia si svolge dopo questa grande guerra tra le metropoli, nella città di Chicago e inizia con un attacco con un raggio disintegrante che successive analisi dimostrano provenire da New York. A quel punto la città, non senza alcune rimostranze da parte del Ministro Gilcrest, a capo del governo, decide di dare il via a un'azione militare di risposta all'attacco.
Il romanzo di Palumbo è, alla fine, un'unica corsa appassionante in cui i protagonisti, oltre a Gilcrest ci sono la sua guardia del corpo, Cassandra, appartenente all'ordine degli Inquisitori, e l'ex-capitano dell'esercito cittadino Bowman, reintegrato per l'occasione, si muovono non senza difficolta, e senza un attimo di respiro, tra gli intrighi di palazzo e la spada di Damocle della minaccia della metropoli di New York.
Il finale del romanzo, che ha anche in se qualcosa di 1984 di George Horwell, in qualche modo scontato, è anche venato di un abbastanza esplicito pessimismo. Elemento interessante, ad ogni modo, è proprio l'ordine degli Inquisitori, che ricorda molto da vicino le Bene Gesserit della saga di Dune di Frank Herbert.
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