Stomachion

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giovedì 21 agosto 2025

La strada: In viaggio verso la fine del mondo

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Il capolavoro post-apocalittico La strada di Cormac McCarthy racconta di una Terra finita in una irreversibile nuova era glaciale. Il mondo è immerso in una candida neve e i pochi superstiti che si muovono sulla superficie sono ridotti al limite, o, vinte le diffidenze iniziali, unendosi in piccoli gruppi che cercano di sopravvivere aiutandosi a vicenda, o in isolati "cani sciolti" che finiscono per assaltare e uccidere altri vagabondi e rubare loro quel poco che hanno raccattato lungo la via.
In questo mondo ormai arrivato alla fine si muovono i due protagonisti, un uomo che sa di essere vicino alla fine e un bambino, trascinati dal sogno di quest'ultimo di trovare un posto migliore. Magari vicino all'oceano.
La scrittura semplice e diretta di McCarthy, perfetta per l'hard boiled, si adatta splendidamente al mondo post-apocalittico nato, presumibilmente, da una guerra nucleare. La lettura (per quel che ricordo quanto è durata) è rapida e riesce a catturare l'attenzione, tenuti in piedi dalla speranza che anima il bambino. Si potrebbe dire che è una versione post-apocalittica di On the road di Jack Kerouac mescolato con Barbagrigia di Brian Aldiss, visto che in tutto il romanzo proprio il piccolo protagonista è l'unico bambino che incrociamo. A differenza del romanzo di Aldiss, però, manca quell'idea sottesa di voler reagire a quanto avvenuto al mondo. L'uomo, infatti, è animato quasi da una sottile rassegnazione, solo in parte mitigata dalla speranza rappresentata dalla sopravvivenza del figlio.

sabato 7 ottobre 2023

Great trailers: Tra Miyazaki e Tremors

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Da qualche mese a questa parte ha esordito la Toshokan, eitchetta di Edizioni IF diretta da Davide Castellazzi, ex di Panini Comics, dedicata ai manga. I primi volumi che ho visto in libreria non mi avevano convinto completamente, poi sono arrivati un paio di titoli interessanti che mi hanno convinto all'acquisto. In particolare oggi andremo a vedere Great trailers di Akira Miyagawa, un interessante titolo post-apocalittico che inizia con una visione, quella del protagonista, Naoki, un terrestre con poteri da mutaforma, che sogna la giovane Hinako, nata su Marte, che una voce gli ordina di proteggere. Quest'ultima, infatti, viene inseguita da almeno due organizzazioni marziane che vorrebbero poter controllare i suoi per ora ignoti poteri.
Il primo aspetto interessante è l'ambientazione: siamo su una Terra del 2045 dove, nove anni prima, un disastro naturale di proporzioni globali ha ridotto la superficie terrestre a un vero e proprio territorio in rovina, mentre sotto la sua superficie viaggiano dei pericolosi vermoni giganti, proprio come quelli di Tremors, il film (e poi serie) del 1990 di Ron Underwood. A differenza di quanto succede per esempio in Atmosfera letale di Bruce Sterling, il disastro naturale non si sviluppa nel corso di secoli, ma ha un inizio ben preciso, il 2036, questo probabilmente per collocare la storia non troppo lontana dai giorni nostri.

martedì 31 marzo 2020

Guerra tra le metropoli

Al tempo stesso distopico e post-apocalittico con un probabile finale di tipo fine-mondo, Guerra tra le metropoli di Dennis Palumbo racconta del disfacimento degli Stati Uniti d'America, distrutti dagli egoismi politici delle grandi città statunitensi. Queste, dopo un primo periodo di svuotamento, iniziarono ad accumulare sempre più potere rispetto allo stato centrale, ottenendo le risorse sufficienti per dichiararsi indipendenti e iniziare a muoversi guerra a vicenda.
La storia si svolge dopo questa grande guerra tra le metropoli, nella città di Chicago e inizia con un attacco con un raggio disintegrante che successive analisi dimostrano provenire da New York. A quel punto la città, non senza alcune rimostranze da parte del Ministro Gilcrest, a capo del governo, decide di dare il via a un'azione militare di risposta all'attacco.
Il romanzo di Palumbo è, alla fine, un'unica corsa appassionante in cui i protagonisti, oltre a Gilcrest ci sono la sua guardia del corpo, Cassandra, appartenente all'ordine degli Inquisitori, e l'ex-capitano dell'esercito cittadino Bowman, reintegrato per l'occasione, si muovono non senza difficolta, e senza un attimo di respiro, tra gli intrighi di palazzo e la spada di Damocle della minaccia della metropoli di New York.
Il finale del romanzo, che ha anche in se qualcosa di 1984 di George Horwell, in qualche modo scontato, è anche venato di un abbastanza esplicito pessimismo. Elemento interessante, ad ogni modo, è proprio l'ordine degli Inquisitori, che ricorda molto da vicino le Bene Gesserit della saga di Dune di Frank Herbert.

giovedì 20 giugno 2019

La ragazza che sapeva troppo

Per me Mike Carey è soprattutto lo scrittore di Lucifer, fumetto di una decina di anni fa (o poco più) che racconta le vicende di Lucifero confinato sulla Terra, all'inizio senza più le sue ali sulla schiena. La ragazza che sapeva troppo, pessima traduzione dell'originale The girl with all the gifts, è il romanzo d'esordio dello scrittore, che fonde in un'ambientazione postapocalittica l'ecofantascienza con l'horror di genere zombie. L'Ophiocordyceps unilateralis, un fungo che trasforma le formiche in... formiche-zombie, ha fatto un salto evolutivo ed è diventato letate anche per il genere umano. Gli esseri umani contagiati dal fungo diventano hungrie e, spinti da una fame insaziabile, iniziano a mangiare qualunque cosa produca odore. Per il resto sono in tutto simili ai classici zombie. Esiste, però, una sorta di seconda generazione degli hungrie: dei bambini che, pur avendo il fungo al loro interno, riescono a ragionare in autonomia. Tra questi la più intelligente sembra essere la piccola Melani, la ragazza con tutti i doni del titolo originale.