
L'ultima storia pubblicata risale al 2023, una storia a bivi di Marco Bosco e Federico Franzò sul #3534. Se, però, escludiamo alcune sporadiche autoconclusive, l'ultima storia non a bivi e non autoconclusiva in cui è protagonista sin dal titolo risale addirittura al 2020 sul #3366, una storia realizzata da Pietro Zemelo e Massimo De Vita, il disegnatore che più di tutti ha caratterizzato il secondo periodo di storie di produzione italiana con il personaggio, che lo vede co-protagonista insieme con Indiana Pipps (si potrebbe obiettare che quello stesso anno, per Natale, uscì un'altra storia con SuperPippo, ma se permettete non la conto, e communque è sempre il 2020).
L'assenza, dunque, era piuttosto prolungata e così Andrea Malgeri e Andrea Maccarini, per festeggiare i sessant'anni del personaggio, lo riportano in pompa magna con Il pippide più potente al mondo!, storia in due tempi che trasuda supereroismo da tutti i pori sin dal titolo.
Un eroe in pigiama
Come sottolineato sia dagli articoli su Topolino sia da quelli sul Topolibro dedicato a SuperPippo, il costume di quest'ultimo non è la classica calzamaglia del supereroe (poi diventata costume in materiali ultrafantascientifici), ma un pigiama di flanella, almeno per come lo disegnò il buon Paul Murry prima in Macchia Nera contro l'UltraPippo, storia scritta da Del Connell che fece da test per il personaggio (che ancora non aveva i superpoteri) e poi nei Ladroni di Zanzipar scritta da Bob Ogle e pubblicata un paio di mesi più tardi e che è l'esordio ufficiale di SuperPippo.Ovviamente questa versione supereroistica dell'amico di Topolino è una parodia del genere prima ancora che del suo simbolo, Superman. E in quest'ottica il titolo del ritorno di SuperPippo su Topolino è esso stesso una citazione parodistica del Capitan Marvel originale, quello della Fawcett, definito come il mortale più potente del mondo. Capitan Marvel che, giusto qualche anno dopo, venne acquisito dalla DC Comics, che nel frattempo aveva intentato causa contro la Fawcett per aver plagiato proprio Superman. E così Malgeri sembra allora chiudere il cerchio parodiando la definizione di Capitan Marvel per il ritorno della parodia disneyana di Superman!
Che poi considerare SuperPippo come parodia del solo Superman è anche abbastanza ristretto. Il fatto che Pippo acquisisca i poteri mangiando un'arachide speciale che cresce solo nel suo giardino ricorda, invece, Hourman, un supereroe della golden age (sempre della DC Comics) che acquisiva per un'ora dei fantastici superpoteri mangiando una pillola particolare, la pillola miracolo. E allo stesso modo anche i poteri di Pippo sono precari, ma in durata molto più variabili (altrimenti l'elemento parodico dove starebbe?).
Malgeri, però, che in qualche modo sembra guardare anche a Trauma (significativa la scena in cui Pippo viene messo di fronte ai suoi stessi dubbi sul suo ruolo supereroistico), vuole raccontare l'essenza di SuperPippo. E lo fa grazie a Topolino:
SuperPippo era un grande eroe per via del suo grande cuore!Al di là dei riferimenti alle storie passate, o delle novità introdotte (come per esempio il fatto che le arachidi funzionano solo con i pippidi), è proprio lì che Malgeri porta il lettore: è il grande cuore di Pippo a renderlo super, al di là dei superpoteri delle arachidi pippidi!
Il futuro della Terra
Francesco Artibani e Licia Troisi tornano a scrivere una storia insieme, questa volta però a tema fantascientifico. Affiancati da un grandissimo Francesco D'ippolito che realizza un caracther design accurato (ogni personaggio di contorno è facilmente identificabile), raccontano di una missione dal futuro per salvare la Terra da un destino di distruzione.La storia, al di là del messaggio finale, che vedremo a breve, presenta diversi spunti scientificamente interessanti. Innanzitutto abbiamo le ricerche di messaggi prodotti da altre razze tecnologicamente avanzate presenti nel pianeta (messaggi intenzionali, ma anche casuali come potrebbero essere gli analoghi delle nostre trasmissioni televisive o radiofoniche), come per esempio il progetto SETI.
Poi abbiamo l'uso dei supercomputer per esaminare i dati astronomici (anche se nel caso della storia di Topolino è utilizzato per decifrare un messaggio proveniente da un asteroide). Questi dispositivi sono molto importanti nel mondo della ricerca, e in particolare hanno rivestito un ruolo centrale nella produzione delle prime "foto" dei buchi neri, quella a M83* e soprattutto quella a Sagittarius A*, il buco nero al centro della nostra galassia.
E infine c'è la questione del viaggio nello spazio e di una particolare proposta, quella delle navi generazionali. Questo genere di navi furono immaginate per la prima volta da John Desmond Bernal, che le descrisse nel 1929. In pratica sono delle immense navi spaziali in grado di produrre e raccogliere le risorse necessarie per sostenere una piccola popolazione di esseri umani che vivranno all'interno dell'astronave alternando generazioni ad altre generazioni, e questo perché non c'è altro modo per viaggiare ed eventualmente conolizzare l'universo. Come realizzare tali navi generazionali è una parte abbastanza corposa dell'articolo Scappare, da qualche parte nello spazio.
Il cuore della storia, però, sta nel finale e in questo senso mi sembra che sia stato poco enfatizzato non solo dagli autori, ma anche dalla redazione, che ha dedicato l'articolo dopo la storia ai supercomputer. i pilastri del futuro del titolo, infatti, alla fine si rivelano i semi delle piante presenti dentro l'astronave del futuro che atterra nel deserto. Con questo finale, dunque, gli autori semplicemente ci dicono che il futuro del pianeta potrà basarsi solo sulla buona salute dell'ecosistema della Terra, ecosistema che, a sua volta, si poggia proprio sugli abitanti che non hanno voce: le piante.
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