
Andiamo, però, con ordine e iniziamo con L'enigma della stanza bianca, storia di Marco nucci e Niccolò Testi per i disegni di Stefano Intini che inizia quasi come una puntata di Ai confini della realtà per poi proseguire come una versione enigmistica di The Cube. Il gioco enigmistico che viene rielaborato dagli autori è il più classico di tutti, il cruciverba.
Se, un po' come il sudoku, il cui prototipo esordì in terra francese e non anglosassone, il prototipo del cruciverba è spuntato per la prima volta in Italia, il 14 settembre del 1890 ideato da Giuseppe Airoldi, il gioco che ha portato al nome di "cruciverba" e lo ha reso popolare ha esordito il 21 dicembre del 1913, ideato da Arthur Wynne e pubblicato sul quotidiano statunitense New York World.
Delle molte varianti presenti al cruciverba, permettetemi di fornire le classiche due parole su uno, non citato negli articoli di Topolino, decisamente molto curioso: il cruciverba di Schrodinger o cruciverba quantistico.
Venne proposto per ila prima volta il 5 novembre del 1996 sulle pagine del New York Times. Il suo autore, il matematico Jeremiah Farrell, aveva inserito una definizione con due risposte corrette differenti, CLINTON oppure BOBDOLE, che erano i due candidati alle elezioni presidenziali che si stavano svolgendo proprio quel giorno. Ovviamente questo incideva sulle risposte di altre sette definizioni, che però Farrell aveva scritto in maniera tale da adattarsi a entrambi i risultati.
Ovviamente, con questa storia radicata agli inizi del XX secolo, non poteva non essere della partita anche il buon Fantomius con Lord Quackett contro le parole mascherate, una divertente caccia al tesoro guidata proprio da una specie di cruciverba ideato da Lady Paprika. Il tutto firmato, come sempre per questa serie, da Marco Gervasio.
Uno dei giochi più sottovalutati della settimana enigmistica, in virtù anche sella sua semplicità, è invece quello di unire i puntini numerati, che Francesco Pelosi, affiancato da Lorenzo Pastrovicchio, reinterpreta in maniera creativa come facile immaginarsi visto il titolo della storia da lui scritta, Pippo unisce i puntini. Storia decisamente non banale che mi ricorda che, effettivamente, da giovane, quando ero studente del liceo ma anche universitario, facevo qualcosa di simile a quel che fa Pippo nella storia!
La sorpresa scomparsa di Tito Faraci e Valerio Held è, invece, il tipico giallo con enigma che si trova nelle riviste di enigmistica, quasi troppo banale da risolvere, movente a parte.
Con Prigionieri del deposito, invece, Marco Bosco, anch'egli affiancato dal buon Lorenzo Pastrovicchio, torna con le sue storie della serie Paperi palindromi caratterizzate da uno svolgimento palindromo. Le vignette, infatti, procedono con una certa struttura fino a quella centrale per poi tornare a ritroso verso la prima, ognuna di loro ribaltata rispetto all'asse verticale e con l'ordine delle battute anch'esso invertito. Diventa un esercizio di stile matematico non esattamente banale, e infatti nella seconda parte non tutti gli scambi di battute risultano riuscitissimi.
L'unica storia che non integra alcun enigma al suo interno è, invece, Vampiri fascinosi, storia della serie de I mercoledì di Pippo che, però, vede ai testi Giovanni Eccher e ai disegni Giada Perissinotto. La storia rielabora dal punto di vista di Pippo il genere dell'horror adolescenziale alla Twilight, per intenderci. Il terrore si mescola al fascino e al romanticismo, il tutto completato da un'ottima Perissinotto, a suo agio sia con i momenti di tensione, sia con quelli più romantici o comici. Eccher, invece, guarda ad alcuni, pochi in effetti, episodi della serie in cui Pippo racconta i suoi romanzi fuori da casa sua, come per esempio, se la memoria non mi difetta, Il libro della ricchezza e Il maniero del brivido. Come in queste due storie, anche in quella di Eccher alla fine il pubblico che ascolta la storia di Pippo si ritrova a parteggiare per quest'ultimo e anzi lo invita a continuare i suoi racconti.
Dopo la storia ecco un altro classico gioco della Settimana enigmistica, lo scova le differenze. Infine un numero così non poteva non chiudersi con un'autoconclusiva de Il commissario indaga di Bosco e Held.
Un numero ricco di enigmi che i più giovani vivranno non solo come semplici lettori!
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