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Andiamo, però, con ordine, e vediamo come è strutturato l'albo dedicato al bardo di Northampton.
Costruire un omaggio
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Nel caso di Moore lo speciale è stato curato con la consulenza di smoky man, ovviamente presente a sommario con un articolo composto da citazioni di Moore che ne identificano il pensiero scientifico e filosofico. Tra gli articoli ho trovato notevoli e interessanti, per vari motivi, quello di Alessandro Bilotta sul suo rapporto con Moore e quello di Adriano Ercolani sul parallelismo di temi e narrativa tra Moore e Bob Dylan. In particolare l'articolo di Bilotta mi ha confermato qualcosa che già pensavo del nostro sceneggiatore sin dai tempi di Giulio Maraviglia: Bilotta è uno dei pochi autori al mondo ad aver veramente compreso il senso dell'opera dello sceneggiatore britannico e ad applicarlo senza fraintendimenti. Ciò potrebbe essere materiale per futuri articoli, ma per il momento mi fermo qui e passo alle storie.
La redazione di Linus per questo speciale ha selezionato tre storie brevi, Continuo a tronare, Se Einstein ha ragione e Lo sbaffo frettoloso del mio sorriso. Quest'ultima storiella, su cui non mi soffermerò più di tanto, disegnata da Peter Bagge, è una vera e propria parodia di un certo modo di fare pubblicità. Nonostante l'interessante argomento, però, mi occuperò principalmente delle altre due storie a sommario.
Sulle tracce di Jack
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Ad ogni buon conto utilizzando la psicogeografia Moore realizzava spettacoli adatti al luogo in cui si svolgevano, per catturarne più facilmente lo spirito e rendere massimo il coinvolgimento del pubblico. Su questi stessi principi è anche organizzato il romanzo d'esordio di Moore, La voce del fuoco (certo, a voler essere pignoli, le sceneggiature di Moore erano già di per se dei romanzi!) e anche Continuo a tornare, disegnato da Oscar Zarate.
In questo caso, però, l'approccio psicogeografico discende dalle origini stesse del fumetto: Moore, infatti, era tornato insieme con una troupe della BBC alla chiesa di Christ Church Spitalfields per girare un documentario, costringendo lo sceneggiatore a rivivere le atmosfere di Jack e di From Hell. Il fumetto, infatti, è realizzato in soggettiva e il narratore non lo si vede mai, se non di sfuggita riflesso in un teleobietivo. L'introspezione psicologica, invece, è particolarmente elevata: l'idea di Moore è quella di suggerire che lo spirito di Jack sia entrato dentro il narratore. E proprio il fatto che di quest'ultimo non si conoscano bene le fattezze fornisce l'altro elemento di interesse della storia: il lettore, pur conoscendo la genesi di Continuo a tornare, non può essere completamente certo che quello che ha letto coincida esattamente con l'esperienza di Moore.
L'idea del tempo che uno ha
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E' abbastanza ovvio che questo concetto filosofico discende dall'altrettanto filosofica aspettativa di Einstein di un universo statico, cosa che venne abbastanza velocemente smentita sia dagli approfondimenti teorici sia dalle prove sperimentali. Mentre, però, la relatività generale sfuggiva dalle mani di Einstein, Moorene recupera la visione per riproporla nei suoi fumetti e in particolare con Se Einstein ha ragione realizza una breve e consolatoria storia per i parenti delle vittime morte nel rogo della Grenfell Tower. Il breve fumetto, disegnato dalla moglie di Moore, Melinda Gebbie, non ha solo una parte consolatoria, scritta con stile lirico e poetico, ma anche una parte di denuncia nei confronti della politica locale, caratterizzata soprattutto da una punta di ironia, che serve a mascherare la rabbia, tutta concentrata nelle vignette dell'ultima striscia dove vengono rappresentati i politici nazionali e locali ritenuti responsabili della tragedia. Posti in una posa da "foto segnaletica", sono in bianco e nero per contrasto con la rappresentazione a colori delle vittime nelle due strisce superiori di ciascuna pagina.
Solo un autore come Moore sarebbe stato in grado di mettere insieme relatività, tenerezza per i propri cari e denuncia politica in appena quattro pagine.
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