Stomachion

domenica 12 febbraio 2023

Il più grande spettacolo sulla Terra

E' possibile festeggiare il Darwin Day con i Nightwish? Scopritelo in questa nuova puntata de "Le particelle musicali", e se volete ascoltare "The Greatest Show on Earth" in fondo al post, ma poi tornate all'inizio per leggerlo tutto!
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Lo so che vi aspettereste la famosa canzone di Jovanotti, ma mi dispiace. Stiamo andando in una direzione molto diversa. E più vicina ai miei gusti. E infatti oggi ci intratteniamo con i Nightwish.
La band finaldese fondata nel 1996 da Tuomas Holopainen, Emppu Vuorinen e Tarja Turunen, ha portato il symphonic metal in giro per il mondo. In effetti non fu l'unica band a essere importante per il genere, visto che nello stesso anno del rilascio dell'album d'esordio, Angels Fall First, il 1997, vennero rilasciati anche Legendary Tales dei Rhapsody of Fire e Enter dei Within Temptation. Un trittico che possiamo considerare fondativo del symphonic metal così come lo conosciamo, un genere le cui origini le si fanno risalire addirittura ai Black Sabbath, quelli dell'era Ozzy Osbourne, con Sabbath Bloody Sabbath del 1973.
Torniamo, però, ai Nightwish e, in particolare, al loro ottavo album in studio, Endless Forms Most Beautiful, che è anche il primo album registato con la nuova voce, Floor Jansen, che, almeno personalmente, risulta tecnicamente molto più vicina alla Turunen, ma è anche molto abile nelle parti non sinfoniche. E' indubbiamente il mio album preferito del gruppo, e non solo per motivi musicali, ma soprattutto perché è fondamentalmente un concept album sull'evoluzione, su Charles Darwin e Richard Dawkins. E questo è già evidente dal titolo, che è tratto dalla chiusura de L'origine della specie di Darwin:
There is grandeur in this view of life, with its several powers, having been originally breathed into a few forms or into one; and that, whilst this planet has gone cycling on according to the fixed law of gravity, from so simple a beginning endless forms most beautiful and most wonderful have been, and are being, evolved.
Il senso dell'album, anche dal punto di vista musicale, è però molto ben sintetizzato da questa frase del leader, Holopainen:
E' tutto sulla bellezza della vita, la bellezza dell'esistenza, della natura, della scienza.
A concludere l'album è il pezzo più lungo, uno dei più lunghi della band, tra l'altro, The Greatest Show on Earth, il cui titolo è ripreso dall'omonimo libro di Dawkins, arrivato in Italia con un titolo tradotto in maniera letterale, Il più grande spettacolo della Terra.
Dal punto di vista strettamente musicale siamo di fronte a una composizione che in qualche modo applica i principi del cut-up di William Burroughs, visto che sono presenti estratti da composizioni di Christian Petzold, Johann Sebastian Bach e persino i Metallica. Il tutto "raccontato" con un crescendo travolgente.
Anche il testo è una combinazione interessante di composizione originale e brani tratti dal libro di Dawkins, due in particolare, con la chiusura con la citazione di Darwin da cui è preso il titolo dell'album.
Origini
D'altra parte i versi composti da Holopainen e, probabilmente da Marko Hietala, che nel frattempo ha lasciato la band, presentano riferimenti filosofici, mitologici e scientifici quasi a ogni verso. Prendiamo, per esempio, la stanza di apertura nel primo movimento, Four Point Six (la canzone è suddivisa in cinque movimenti):
Archaean horizon
The first sunrise
On a pristine Gaea
Opus perfectum
Somewhere there, us sleeping
Il riferimento probabilmente più semplice per tutti è quello a Gaia, la personificazione della Terra nella mitologia Greca, e che è arrivato, anche in grafie simili (ad esempio, Gea), fino ai giorni nostri. I primi due versi, invece, presentano un riferimento alla seconda era geologica del pianeta, l'era archeana, in cui sono presenti le prime tracce di vita. E la cosa è confermata da quel first sunrise che molto probabilmente è un riferimento che conferma il motivo della scelta di partire dall'archeano e non dall'adeano, almeno per il testo. Visto il titolo della stanza, un riferimento all'età teorica della Terra, 4.6 miliardi di anni, è la lunga introduzione strumentale a dover essere considerata come un racconto musicale delle origini del pianeta e della sua prima era geologica.
Vita
E andiamo ora alla prima stanza del secondo movimento, Life:
The cosmic law of gravity
Pulled the newborns around a fire
A careless, cold infinity
In every vast direction
Lonely farer in the Goldilocks zone
She has a tale to tell
From the stellar nursery into a carbon feast
In pochi versi Holopainen ci fornisce le informazioni essenziali sul nostro Sistema Solare, un gruppo di pianeti e altri oggetti cosmici tenuti insieme dalla forza (o law) di gravità, che ruotano intorno a un fuoco (fire) centrale, il Sole, appunto, all'interno di uno spazio infinito e freddo, una condizione ritenuta incurabile (careless). Questo universo in cui la Terra e i suoi vicini cosmici sono "appena nati" è sostanzialmente uniforme, come ci ricorda l'autore (in every vast direction). Il vuoto dell'universo, però, può essere in piccolo riempito, o riscaldato, grazie a una piccola scappatoia lasciata alle stelle, la zone abitabile, chiamata anche tecnicamente la Goldilocks zone in riferimento alla favola di Riccioli d'oro. Il verso che fa riferimento alla zona abitabile e alla Terra, però, presenta una visione che negli ultimi anni sta un po' cambiando e che si spera possa trovare conferme nei prossimi anni, visto che si pensa che all'inizio anche Marte, pure lui all'interno della zona abitabile del Sole, avesse iniziato un primo sviluppo della vita sulla sua superficie, fino a che, per motivi a noi ancora sconosciuti, il suo nucleo non ha smesso di generare il campo magnetico che proteggeva la sua atmosfera dal vento solare e dai raggi cosmici. Certo quel She has a tale to tell mette, in qualche modo, al sicuro il compositore, visto che oggi Marte non presenta alcuna forma di vita sulla sua superficie.
Infine ecco un riferimento alle culle cosmiche, le nebulose come la Testa di cavallo, all'interno della quale si svolgono processi di formazione stellare, e da qui si suppone nascano altri sistemi planetari.
La stanza, però, non si chiude qui, ma con una affermazione secca, che non prevede alcuna replica:
Enter LUCA
Questo è un acronimo per Last universal common ancestor, l'ultimo antenato comune universale, una teoria secondo la quale tutti gli attuali esseri viventi presenti sulla Terra discenderebbero da un unico progenitore, ovvero una delle forme di vita presenti sulla Terra primordiale ha poi dato origine a tutto il resto del regno animale.
Più avanti, dopo un riferimento al devoniano posto all'interno del primo chorus, ecco un riferimento al canale ionico:
(...) una proteina trans-membrana (cioè attraversa la membrana cellulare) che permette il passaggio di determinati ioni dall'esterno all'interno della cellula o viceversa. I canali ionici sono selettivi per una o poche specie ioniche.
Rivestono un ruolo biologico importante, essendo alla base degli impulsi nervosi. Inoltre rivestono un'importanza chiave in molti processi come la contrazione cardiaca, il trasposrto epiteliale dei nutrienti, il rilascio di insulina e altro.
E quindi ecco un riferimento a un altro scienziato omaggiato dai Nightwish, Carl Sagan (avremo modo di tornarci), in particolare a questo passaggio tratto da The cosmic connection del 1973, in cui viene estresso il concetto che siamo fatti della stessa materia delle stelle:
Our Sun is a second- or third-generation star. All of the rocky and metallic material we stand on, the iron in our blood, the calcium in our teeth, the carbon in our genes were produced billions of years ago in the interior of a red giant star. We are made of star-stuff.
Il movimento si chiude, poi, con un altro riferimento darwiniano all'albero della vita:
Bedding the tree of a biological holy
Enter life
Costruttore di manufatti
Il titolo del terzo movimento, The Toolmaker, è un riferimento all'uomo, ma anche a Man the Toolmaker, libro del 1949 di Kenneth Oakley. Il primo gruppo di versi del movimento, però, recita:
After a billion years
The show is still here
Not a single one of your fathers died young
The handy travelers out of Africa
Little Lucy of the Afar
I primi due versi sono forse un po' di difficile interpretazione. Potrebbero riferirsi al fatto che la vita sulla Terra sia comparsa dopo un miliardo di anni dalla sua nascita, ma aprono il movimento dedicato al genere umano. Potrebbero riferirsi al miliardo di anni successivo alla comparsa di LUCA, ma anche qui siamo a un'epoca intorno ai 2.5 miliardi di anni fa, ovvero tra la fine dell'Archeano e l'inizio del Proterozoico. Quest'ultima era è caratterizzata da due eventi, il primo fondamentale per lo sviluppo della vita, con un aumento di ossigeno all'interno dell'atmosfera, e l'altro per incasellare un po' i versi di Holopainen, visto che il Proterozoico si è chiuso con la più grande glaciazione della Terra (o più precisamente con una serie di importanti glaciazioni), iniziata un miliardo di anni fa e conclusasi all'incirca 538 milioni di anni fa. Se quindi il riferimento è a questa era glaciale, e in particolare alla sua conclusione, il che sarebbe compatibile con la comparsa dei primi primati, stiamo parlando di all'incirca 100 milioni di anni fa, probabilmente il riferimento è proprio al miliardo di anni precedente alla comparsa dei primati, alla fine del quale avrebbe senso affermare, con una specie di sospiro di sollievo, che the show is still here.
Nei due versi conclusivi troviamo un riferimento alla teoria secondo cui il genere umano si sia generato da qualche parte in Africa e, soprattutto, un riferimento a Lucy, uno dei più famosi fossili di australopiteco della storia. Ritrovato nel 1974 in Etiopia, venne così chiamato perché i ricercatori ascoltavano probabilmente in loop Lucy in the Sky with Diamonds dei Beatles!
I tre versi successivi hanno un che di anarchico:
Gave birth to fantasy
To idolatry
To self destructive weaponry
Uniscono, infatti, il potere religioso (idolatry) con quello militare (self destructive weaponry), sebbene alla fine siano frutto di uno degli elementi più distintivi del genere umano, la fantasia (gave birth to fantasy).
Il finale del movimento è una progressiva accelerazione dalle origini della civiltà, con il riferimento alla Ionia, una regione dell'Anatolia nella moderna Turchia dove si ritiene i greci abbiano stabilito una delle loro prime colonie, fino all'estinzione for giant mushroom clouds, evidene riferimento al fungo atomico e quindi a una guerra nucleare.
Alla fine, sulla Terra, restano i ratti, ratkind, altro riferimento a Dawkins che in The Ancestor's Tale, arrivato in Italia come Il racconto dell'antenato, suggerisce che, nel caso di estinzione della razza umana a causa di una apocalisse nucleare, sarebbero proprio i ratti a diventare la specie dominante del pianeta.
Ed ecco il chorus di chiusura, che in qualche modo riassume le cose belle del genere umano, quel suo sogno di conoscere ogni cosa (dream to understand), pur essendo un elemento piccolo e insignificante dell'universo (a single grain of sand), che ha dato origine, per esempio, alla poesia, cosa che in qualche modo è anche un autoriferimento.
Man, he took his time in the sun
Had a dream to understand
A single grain of sand
He gave birth to poetry
But one day'll cease to be
Greet the last light of the library

We were here!
Tutto finisce, anche il genere umano, ma c'è una speranza, quella che nel grande libro dell'esistenza sia rimasto un segno del nostro passaggio:
We were here!
La comprensione
Quel sogno di conoscenza citato nel finale del movimento precedente, diventa tangibile con il quarto movimento, The Understanding, che in realtà è costituito dalle citazioni tratte dai due libri ispiratori dell'album, i già citati The Greatest Show on Earth di Dawkins e Le origini della specie di Darwin. E quindi ecco il quinto movimento, Sea-Worn Driftwood, che in qualche modo sembra suggerire un ritorno alle origini, il mare, l'acqua, quasi un modo più "materno" del classico "cenere eri e cenere tornerai".
E siamo anche giunti alla fine di questa lungo articolo, quando ormai è venuto il momento di mettere il pezzo, che magari state ascoltando mentre leggete le note sopra. Delle molte versioni presenti The Greatest Show on Earth, che nella versione da album dura 24 minuti, ho scelto quella live ufficiale, che dura "solo" 20 minuti, essenzialmente per un motivo: alla fine del pezzo, sul palco, a recitare l'ultima citazione, quella di Darwin, ecco arrivare proprio Richard Dawkins. Un momento decisamente molto emozionante, come scrive la stessa Floor Jansen nei commenti al video:
What an honour to have Richard Dawkins on stage with us. It was a blast!

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