Ci sono state, però, anche delle esplicite parodie del romanzo, in particolare Topolino e il fantasma dell'opera di Alessandro Bencivenni e Luciano Gatto, pubblicata sui numeri 1486 e 1487, che però è ambientata nel tempo presente. Per cui Il fantasma dell'opera di Francesco Vacca e Mario Ferracina è la prima vera parodia in costume del romanzo gotico di Leroux. I due autori, però, non guardano solo alla materia letteraria, ma anche alla tradizione fumettistica disneyana (anche se, in effetti, l'ironia nel romanzo di Leroux è ben presente). Stilisticamente, infatti, sia nella narrazione sia nel tratto adottato da Ferracina si respira l'aria delle parodie di Giovan Battista Carpi, cui i due autori tributano esplicito omaggio, in particolare a Il mistero dei candelabri, parodia de I miserabili di Victor Hugo, che è il titolo dell'opera che viene messa in scena sul palco dell'Opera Paperopoulaire. Tra i caratteristi, poi, si trova, peraltro anche omaggiato nella copertina di Andrea Freccero, troviamo il corvo poliziotto presente in quella parodia.
Al di là delle reinterpretazioni e degli omaggi disneyani, la parodia di Vacca e Ferracina resta sostanzialmente fedele alla trama, almeno in questo primo episodio, e alle idee di Leroux, che ricordiamo era un ex-giornalista.
La leggenda del pianista strabiliante
Marco Bosco e Blasco Pisapia ci riportano ne La casa delle storie di Torremare con una storia di musica, Gastonberg e l'effetto strabiliante. In questo caso Gastone interpreta un pianista mirabile della seconda metà del XIX secolo in tour in giro per il mondo, e la sua ultima tappa è proprio in Campania, a Torremare.La storia, che utilizza, seppure in un contesto storico particolare, in maniera ottima le caratteristiche di Gastone, trasformandolo in uno dei più apprezzati pianisti dell'epoca, ovvero Sigismond Thalberg, pianista austriaco nato a Ginevra, in Svizzera, nel 1812. La sua fama e la sua bravura sono testimoniate proprio dai suoi numerosi tour sia in Europa, sia nelle Americhe, iniziando nel 1837 e proseguendo in maniera quasi ininterrotta fino al 1848. Non concluse lì la sua carriera, ma ci volle un altro decennio prima di dare uno stop apparentemente definitivo: era il 1858 e si trovava negli Stati Uniti. Non si sa bene il peché dell'improvvisa interruzione che lo riportò in Europa.
Riprese l'attività concertistica più tardi, nel 1862, per poi realizzare un ultimo tour in Brasile nel 1863. Quindi si ritirò definitivamente nei pressi di Napoli, località dove sembra si fosse trasferito sin dal suo ritorno dalle Americhe a metà deò 1858. Una scelta che, in effetti, ha condiviso anche il suo epigono disneyano, il buon Gastonberg.
Un pippide in ogni epoca
Mentre in Cyclist inciter, sempre di Bosco affiancato da Francesco Guerrini si conclude, apparentemente, la collaborazione tra Paperoga e Filo Sganga, nella storia conclusiva Giulio D'Antona affiancato ai disegni da Fabrizio Petrossi dimostra, ancora una volta, di essere uno dei migliori sceneggiatori a raccontare Pippo e i suoi parenti. Questa volta lo fa con una storia temporale di gusto steampunk, visto che inizia nella Londra del 1850 lì dove di solito finiscono generalmente le storie della Macchina del tempo: Topolino e Pippo che cercano di arrivare in orario nel punto di richiamo al loro presente.In pratica la storia si regge sul detto "c'è un pippide in ogni luogo e uno in ogni epoca", ma quello che meglio conosciamo è Seth Pipperton, inventore e futurologo, che incarna perfettamente non solo lo spirito dei pippidi, ma soprattutto quello dell'epoca, che ricordo era quella dei romanzi del grande Jules Verne, il cui spirito, in effetti, aleggia qua e là tra le pagine, nascosto dalle bizzarrie di una delle famiglie fumettistiche più bizzare di tutti i tempi!
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