
La parte che da il titolo alla raccolta, i 18 Racconti del whisky, è costituita da storie del brivido raccontate tutte, invariabilmente, con l'accompagnamento di un buon bicchiere di whisky. L'ambientazione più utilizzata da Ray per i suoi racconti, che presentano anche alcuni personaggi ricorrenti, è il bar dell'Angolo Incantato del buon Cavendish, che ritroviamo spesso a versare whisky o altri liquori ai suoi avventori, su tutti i narratori delle oscure vicende.
Come succede in ogni raccolta che si rispetti, non tutti i racconti risultano ugualmente efficaci e sono soprattutto quelli più lunghi, in particolare nelle altre due sezioni della raccolta, a deludere un po' sia per un effetto del terrore poco marcato, se non addirittura assente, sia per una lunghezza che diluisce troppo la vicenda.
I riferimenti antisemiti, poi, non aiutano di certo, anche se è evidente che sono inseriti per spezzare la tensione, almeno laddove non risultano centrali per il racconto. Per fortuna, a differenza de La tana del serpente bianco di Bram Stoker, Agenzia Alcatraz aveva aggiunto una nota iniziale in proposito, per cui alla fine sono arrivato (abbastanza) preparato a ciò che mi aspettava.
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