Si conclude con il secondo atto
Il Fantasmna dell'OPera, parodia dell'
omonimo romanzo di
Gaston Leroux che viene esplicitamente omaggiato da
Francesco Vacca che assegna al suo tormentato protagonista, Eirk, il fantasma dell'opera, proprio il cognome del giornalista e romanziere.
La storia, magistralmente disegnata da
Mario Ferracina, che ha realizzato anche le indicazioni per il colorista
Gaetano Gabriele D'Aprile, riprende molti elementi dell'opera originale, adattandoli e modificandoli, iniziando dal finale, in cui Erik invece di morire come nel romanzo, semplicemente scompare dopo un'ultima apparizione nell'epilogo della vicenda, consegnando alla storia dei fumetti
disneyani uno dei finali più struggenti e più inconsueti mai apparsi su
Topolino.
Modifica anche il legame di Erik con l'estremo oriente, non più la Persia ma la fittizia Vintia, e non più un legame violento, come nel romanzo di Leroux, ma più
soft, per quanto non meno ricco di implicazioni drammatiche (o forse sarebbe meglio dire romantiche e musicali).