
La serie di Fantastic Four dell'epoca era ricominciata dall'1 nel 1998 nel corso di Heroes return, che aveva riportati i Fantastici Quattro e altri eroi scomparsi nell'universo Marvel usuale dopo un anno passato all'interno di un universo tasca creato da Franklin Richards per salvarli dalla morte contro Onslaught (versione breve di una storia leggermente più complessa, che potrebbe essere definita come una specie di esperimento Ultimate prima del vero e proprio concepimento dell'Ulitmate-verse).
Prendere le misure

Con la chiusura della gestione Pacheco, dopo una breve storia in tre parti scritta da Adam Warren, con Fantastic Four #60 arrivarono a bordo della testata il già citato Waid e, ai disegni, una sua vecchia conoscenza dei tempi di Flash: Mike Wieringo.
Con i primi numeri Waid prese un po' le misure con il quartetto, ponendolo all'inizio nella incresciosa situazione di dover ricostruire la propria immagine pubblica, cosa che in qualche modo era in parallelo con ciò che voleva Waid: costruire la sua immagine dei Fantastici Quattro!
Come lo stesso Waid ha raccontato in varie occasioni (e come ricordato nei redazionali di Andrea Gagliardi dei due Marvel Masterseries che raccolgono la sua gestione della testata), il suo obiettico era quello di far ruotare tutto intorno a Reed, che voleva rappresentare come un genio in grado di cambiare il mondo. Qualcuno al livello di Albert Einstein, per intenderci! E a questo scopo, in apertura di Fantastic Four #62, primo episodio della saga Senziente, ecco che vediamo Reed, in pieno centro a New York, che trova la dimostrazione dell'ipotesi di Riemann (all'epoca la si chiamava ancora così, mentre oggi è sempre più usato il termine, decisamente più corretto, di "congettura" di Riemann), che ovviamente non è ancora stata trovata.
La sua gestione, però, fu segnata in particolare da due saghe legate una all'altra e, in qualche modo, a doppio filo al Destino di Warren Ellis. Come abbiamo visto, quell'interpretazione del personaggio distoglieva l'attenzione del lettore sulla vera essenza dello storico avversario dei Fantastici Quattro, e allora Waid decise di ricordare a tutti i lettori chi fosse realmente Victor von Doom.
All'inferno e ritorno

L'attacco di Destino è così improvviso e devastante che i Fantastici Quattro rischiano di perdere tutto: Destino rapisce i figli di Reed e Sue e, in particolare, consegna Franklin ad alcuni demoni dell'inferno, mentre tiene per se Valeria con la quale ritiene di avere un forte legame in virtù della complicata storia pregressa della bambina (non mi ci dilungo). Nel frattempo tortura Sue, Johnny e Ben e rinchiude Reed in una trappola mistica, ben conscio del fatto che il suo rivale non riesce a comprendere le energie mistiche, non considerandole scientifiche.
Questo primo confronto tra Reed e Destino si gioca, quindi, sulle differenze tra i due, in cui Waid fa emergere la flessibilità del primo rispetto al secondo mettendo Mr. Fantastic in una situazione per lui non solo inconsueta, ma, appunto, inimmaginabile (o impensabile, riprendendo la traduzione letterale del titolo originale, Unthinkable).
Wieringo, che aveva già disegnato in altre occasioni il quartetto, dopo l'ottima prova con Flash, una delle serie a mio giudizio più complicate da disegnare, con i Fantastici Quattro compie un ottimo lavoro, in particolare con Reed e Ben, mentre il suo Destino non l'ho trovato altrettanto efficace come quello visto in Doom 2099.
Mia dolce Latveria

Azione preventiva, iniziata su Fantastic Four #503 e protrattasi per un totale di sei episodi, iniziava con i Fantastici Quattro che andavano in Latveria per fermare l'invasione del piccolo staterello europeo da parte dell'Ungheria, che, dopo la scomparsa di Victor von Doom, rimasto imprigionato nell'inferno al posto di Franklin, pretendeva per se quei territori. Il gruppo, però, scongiurata l'invasione, rimase in Latveria e Reed si mise a capo del governo con l'intento di ridare alle persone la fiducia in se stesse prima di permettere loro di avere un libero governo indipendente.
I primi due episodi di Azione preventiva, però, si concentrarono sul mostrare gli aspetti dittatoriali di Destino: una casa con strumenti di tortura e un forno crematorio usato contro i dissidenti politici, una specie di sentinelle robotiche programmate proprio per catturare i ribelli, un intero arsenale di armi di distruzione di massa. E più in generale un popolo tenuto in scacco con la paura di ritorsioni in caso di rimostranze contro l'azione di Destino.
In effetti Waid aveva in mente un politico ben preciso quando scrisse la saga, come dimostra questa battuta che Reed rivolge a Nick Fury, giunto in Latveria per allontanare i Fantastici Quattro e consentire all'ONU di stabilire un governo secondo le regole internazionali:
Le elezioni non producono automaticamente la democrazia, Nick. Vladimir Putin è stato eletto ma governa la Russia come un autocrate.Ricordo che siamo nel 2004 quando uscì la quarta parte di Azione preventiva.
Waid, però, fa qualcosa di più. Il popolo latveriano liberato dal giogo di Destino, inizia a rendersi conto di ciò che significa sul serio "libertà". Dopo un tentativo di furto all'inizio di Fantastic Four #506, il panettiere che l'ha sventato si esibisce in un significativo monologo:
Per tutta la loro vita i nostri figli hanno imparato a non arrecare danno agli altri per paura del castigo. Nessuno vi ha edutcati a valori più alti. Richards e la sua famiglia ci hanno dato la possibilità di cambiare le cose. (...) Una società civile si governa secondo coscienza (...) Il futuro dipende da noi.Su Fantastic Four #507 Waid calca ancora di più la mano sulle faccende geopolitiche e l'autodeterminazione dei popoli con un altro significativo discorso di una latveriana contro Nick Fury e le sue truppe statunitensi entrate in Latveria per consegnare all'ONU lo staterello:
Lurido ipocrita! Per quanti anni Destino ha commesso tutti i giorni crimini ben peggiori? Eppure gli avete garantito l'immunità diplomatica... mentre opprimeva il suo popolo... e ci governava con il terrore e la ferocia!La scena si conclude con i latveriani che urlano Lasciateci in pace!, mentre la situazione al castello di Destino precipita.
Ora almeno abbiamo un sovrano che desidera darci voce in capitolo... e volete togliercelo!
Chi siete voi per decidere cosa è meglio per noi?
L'ultimo sacrificio
Il piano segreto di Reed era quello di isolarsi da tutti e creare la prigione perfetta che impedisse a Destino di tornare prima o poi sulla Terra. Solo che tale prigione prevedeva la presenza di un carceriere, Reed stesso. A scardinare il piano di Reed ci hanno pensato, purtroppo, gli altri componenti degli FQ, consentendo così a Destino di poter sfuggire dall'inferno incarnandosi di volta in volta in un diverso componente del gruppo.Azione preventiva si chiude, quindi, con due episodi di grande tasso adrenalinico in cui Destino affronta gli FQ e gli eserciti ungherese e statunitense prima possedendo Susan, quindi Jhonny e infine Ben, in una scena terribile e drammatica che conduce alla morte della Cosa.
E' una delle scene più intense e drammatiche mai disegnate dal sempre efficace Howard Porter, che era stato a bordo con grande successo nel corso della JLA di Grant Morrison. Porter, che nel corso di Azione preventiva aveva sostituito Wieringo, si rivela la scelta perfetta per una saga dai toni oscuri e che, come abbiamo visto dalle citazioni che vi ho segnalato poco sopra, costringe il lettore a riflettere sulla politica degli stati-nazione in una maniera quasi anarco-libertaria.
Anche Porter, come già Wieringo, risulta particolarmente efficace nel rappresentare la Cosa, sia nei momenti più spettacolari, sia nei suoi ultimi istanti. Spicca poi il suo Mr. Fantastic: con il volto sfigurato a causa dell'ultima azione di Destino mentre viene trascinato all'inferno, viene rappresentato in questo sembiante da Porter in maniera molto più efficace del disegnatore regolare della testata, un po' come il Due Facce di Batman.
Il Reed sfigurato di Ringo con cui si apre Fantastic Four #509 appare quasi disturbante con il suo mezzo volto cadente che ricorda Clayface, per poi apparire più che altro svuotato, quasi impotente dopo aver compreso che il suo amico è, forse irrimediabilmente, morto. E', però, su quel "forse" che si gioca la saga successiva, Nell'aldilà.
Omaggio a Kirby

E' in particolare in questa saga che Waid rappresenta in maniera quanto mai esplicita sia il forte legame tra Reed e Ben, ma soprattutto il profondo senso di colpa che il primo ha nei confronti del secondo per via della sua trasformazione in un essere di roccia che, almeno nell'aspetto, non ha più nulla di umano.
La saga, in ogni caso, è progettata per riportare il quartetto al suo usuale status quo, pur con tutte le difficoltà conseguenti all'invasione della Latveria: così Ben torna roccioso, dopo averlo visto nel suo aspetto umano per tutti i tre episodi, mentre Reed riacquista la sua faccia, il tutto grazie al creatore, ovvero Jack Kirby.
L'ultimo episodio è, quindi, un sentito omaggio di Waid e Wieringo al creatore dei Fantastici Quattro (solo i kirbiani duri e puri non considerano Stan Lee come creatore del gruppo, e onestamente questa è un'ottima occasione per inserirmi in quella schiera!). Da quel momento in poi, comunque, Fantastic Four si "rilassa" per alcuni numeri prima dell'esplosivo finale cosmico.
Universo senza confini
L'ultima saga della coppia Waid-Wieringo è una lunga esplorazione spaziale che in parte potrebbe far pensare al film dei Fantastici Quattro. Suddivisa a sua volta in due mini-sage, Invisibile, in tre parti, e Rising Storm, in quattro parti, vede Manhattan staccata dalla Terra e lanciata nello spazio da alcuni alieni che vogliono uccidere (o privare dei suoi poteri) Susan per evitare che diventi il nuovo araldo di Galactus. Reed, allora, scambia i poteri tra Sue e Johnny, salvando la moglie, ma alla fine spingendo Galactus a prendere quest'ultimo come suo araldo.In questo modo con questa doppia saga Waid riesce, al di là della sua spettacolarità, a puntare i riflettori anche su altri due componenti del quartetto: Susan e Johnny. In particolare quest'ultimo risulta molto meno stupido e superficiale di come generalmente viene raccontato, e questo senza mai dare al lettore la sensazione di star leggendo un personaggio differente.
In quest'ottica sono quasi accessori i dettagli di una trama che arriva a raccontare nuovi dettagli su Galactus e che sfocia, alla fine, nell'adrenalinico saluto del team creativo ai lettori sulle pagine di Fantastic Four #524.
Ovviamente nel corso di questo lungo articolo ho trascurato molte storie e molte altre osservazioni interessanti, come per esempio l'ottimo modo con cui Waid ha affrontato il trauma di Franklin dopo essere stato all'inferno, però spero di aver fatto capire quanto sia stata "fantastica", spettacolare e a suo modo anche rivoluzionaria la gestione Waid della testata. Decisamente una delle masterseries da recuperare!






