Stomachion

martedì 8 luglio 2025

Cronorifugio

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Pensavo fosse un romanzo di fantascienza, e in parte lo è, e invece la classificazione di Cronorifugio è un po' più complessa di così. Iniziamo dal punto centrale del romanzo: il coprotagonista, tale Gaustin, è un personaggio che forse è uno psicologo, forse altro, che si ritrova a vivere in tempi differenti. Non grazie a una macchina del tempo, ma in parte nella sua mente, in parte organizzando la sua vita in modo tale da sperimentare stimoli che gli diano la sensazione di vivere in un qualche particolare decennio del passato. In effetti quella che ho raccontato è solo la parte sperimentale prima che questi apra le cosiddette "cliniche del passato", edifici le cui stanze sono arredate nello stile di un dato decennio se non di uno specifico anno.
Questa idea, su cui si sviluppa tutta la prima parte del romanzo, permette di affrontare un tema complesso come l'alzheimer, malattia che, in effetti, colpisce proprio la memoria di chi ne è affetto. L'idea di Gaustin è proprio quella di lenire il più possibile gli effetti dell'alzheimer sia sul malato, sua sulla sua famiglia.
Già solo così Cronorifugio, che in questo quindi giustifica il suo titolo, sarebbe un romanzo da leggere, ma Georgi Gospodinov, che forse è la voce narrante, e quindi il secondo coprotagonista, decide di spingere alle estreme conseguenze l'idea: e se tutti i paesi europei, in primis quelli dell'Unione, diventassero dei giganteschi cronorifugi?
Ne emerge una seconda parte, spezzettata in vari pezzi, il più lungo dei quali ambientato nella Bulgaria dello scrittore, in cui i vari stati-nazione dell'Europa, un po' allegramente, un po' con qualche depressione di troppo, scelgono un decennio dentro il quale vivere, in una specie di sogno collettivo, o di follia collettiva, che a leggere tra le righe fa emergere idiosincrasie e limiti di uno stile di vita che ormai sta giungendo alla fine e che guarda, appunto, al passato per cercare stimoli nuovi per un futuro che, così, nasce già vecchio.
In tutto questo colpisce, poi, un gioco interessante in cui alla fine il lettore non ha ben chiaro se ciò che ha letto è il parto della mente dell'autore o del suo personaggio, quale che esso sia!

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