Stomachion

lunedì 7 luglio 2025

Le grandi domande della vita: Con l'ombrello nel sistema solare

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Tutto inizia quando, per il mini-laboratorio EcoParole in scena, è stato chiesto ai partecipanti di portare un oggetto legato alla tematica del laboratorio. Il mio primo pensiero, che ha ben poco a che fare con la domanda cui andremo a rispondere in questo post, è stato l'ombrello. L'immagine che mi è arrivata subito, infatti, è stata quella di due pagine di una delle classiche riviste patinate, tipo Oggi (se non ricordo male era proprio quella), su cui erano state pubblicate, all'alba del disastro di Cernobyl, due pagine con un intero set per difendersi dalle piogge acide dovute alle nubi cariche di radiazioni. E in quel set c'erano impermeabili, cappelli, stivali e anche un ombrello.
Da questo punto di vista, quindi, l'ombrello diventa il simbolo di un disastro non solo economico, ma soprattutto ambientale dovuto all'incuria del genere umano anche relativamente alle proprie cose (e non solo quelle ambientali). Però ragionandoci un po' mi è sorta spontanea un'altra domanda: ma l'ombrello che utilità potrebbe avere nel sistema solare?
Mercurio
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L'idea dietro questo viaggio, però, è quella di restare solo sui pianeti rocciosi che costituiscono il Sistema Solare interno, ovvero Mercurio, Venere e Marte. Partiamo da cosa è l'ombrello: è un oggetto che, come dice la parola stessa, è stato ideato per proteggersi dai raggi del Sole, creando una specie di ombra portatile.
I primi ombrelli costruiti con questa idea dietro compaiono in Cina e probabilmente da lì si spostano verso l'Occidente grazie alla Persia, sebbene anche l'Antico Egitto possedesse strumenti simili. Il tutto intorno ai 2500 anni a.C. Successivamente è stato utilizzato anche per proteggersi dalla pioggia e anzi questo uso è diventato quello principale, anche se devo dire che in questa estate particolarmente calda sto vedendo diverse turiste (di uomini non ne ho visto...) adottare l'ombrello proprio per proteggersi dal Sole.
Il pianeta su cui questo uso da parasole sarebbe quello fondamentale è sicuramente Mercurio, il pianeta più vicino alla nostra stella.
Mercurio, che possiede una rotazione intorno al suo asse, per quanto lenta, presenta una temperatura sulla superficie esposta che oscilla tra i 317° e i 452°, mentre le minime toccano i -183°. E non possedendo alcuna vera atmosfera, a parte poche tracce di gas non sufficienti per crearne una, un ombrello su Mercurio servirebbe, appunto, solo per ripararsi dalla luce del Sole. Viste, però, le alte temperature, si dovrebbe scegliere un materiale in grado di non bruciarsi o non fondersi se non a temperature superiori ai 452°, come per esempio l'argento (punto di fusione: 961°) o l'oro (punto di fusione: 1064.8°), giusto per citare due metalli che sulla Terra sono considerati particolarmente preziosi.
Certo potremmo ovviare sull'uso dell'ombrello spostandoci verso la zona in ombra, ma in quel caso il problema sarebbe proteggersi dalle basse temperature, ma per questo basterebbe una buona tuta spaziale isolante di quelle usate dagli astronauti per le attività extraveicolari. Al momento, però, le attuali tute spaziali proteggono in un intervallo di temperature tra i -100° e i 120°, quindi avremmo comunque bisogno di qualche altro strumento, magari un rover chiuso, per spostarci sulla superficie di Mercurio, ma visto che la cosa vale sostanzialmente anche per Venere e Marte, non ripeterò tali concetti anche nei due capitoletti successivi.
Venere
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Su Venere, inveve, l'ombrello potrebbe tornare al suo utilizzo di parapioggia, questo perché a causa della sua spessa atmosfera proteggersi dai raggi diretti del Sole non sarebbe un problema. Il pianeta è, infatti, il più caldo del Sistema Solare con temperature che raggiungono i 464°, e questo poiché la sua atmosfera è ricca di gas serra, in particolare anidride carbonica. In pratica Venere è circondato da uno spesso strato di nubi che si suppone producano sulla sua superficie soventi piogge acide.
Ci sarebbe, però, un ulteriore problema che un ombrello (e non solo lui) deve superare: la pressione atmosferica sulla superficie del pianeta raggiunge, infatti, livelli particolarmente elevati, qualcosa come le 92 atm (quasi cento volte la superficie terrestre). Non sono pressioni insormontabili, a patto di essere dotati di un buon "sottomarino" (o strumento simile), ovviamente a patto di essere riusciti ad arrivare sulla superficie di Venere, cosa piuttosto complicata a causa della spessa atmosfera e delle alte temperature e pressioni.
Non è un caso, infatti, che la superficie di Venere la conosciamo grazie al satellite Magellano, lanciato dalla NASA nel 1989 e rimasto in orbita intorno al pianeta dal 1990 al 1994, e che ha mappato il pianeta grazie al radar.
Marte
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In effetti, su Marte, l'ombrello potrebbe essere piuttosto utile, se ci limitiamo a osservare che è il pianeta con il clima più simile a quello della Terra. Grazie all'inclinazione del suo asse, infatti, anche sul pianeta rosso c'è il fenomeno noto dell'alternanza delle stagioni. A livello di temperature, invece, l'escursione termica è piuttosto marcata, visto che si passa da -140° a 20°. D'altra parte l'atmosfera di Marte è molto sottile, e quindi anche la pressione atmosferica è piuttosto bassa (anche meno dell'1% di quella sul nostro pianeta), per cui trattiene molto poco del calore che gli arriva dal Sole. E questo nonostante l'atmosfera sia costituita quasi completamente dall'anidride carbonica, che come sappiamo è un gas serra.
Il principale problema per la sopravvivenza degli ombrelli su Marte, però, sono le sue forti tempeste di sabbia, per cui le probabilità non solo di vedersi strappare l'ombrello, ma anche di vederselo completamente distrutto rasentano la certezza!
Come Marte o come Venere?
Alcuni anni fa Elon Musk condivise un'immagine di come sarebbe stato Marte terraformato, ovvero molto simile alla Terra come oggi. In Osservatorio Stefano Sandrelli ebbe l'idea di ribaltare quel confronto per dire che dovevamo stare attenti noi a non rendere la Terra come Marte. In effetti, se andiamo a considerare le condizioni sopra raccontate, il rischio principale non è rendere la Terra come Marte (abbiamo la tecnologia per sopravvivere a una tale evenienza), ma rendere la Terra come Venere.
La cosa più assurda è che, visti dall'esterno, sembra che ci stiamo impegnando veramente tanto da "venereformare" il nostro pianeta...
Immagine d'apertura generata con AI Image Generator by ToolBaz

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