
Testi mette Topolino di fronte a un dilemma: fidarsi, appunto, di Baskerville, che sta collaborando con Basettoni in modo particolarmente proficuo, o di Gambadilegno, che vuole convincerlo che i metodi di Baskerville non sono proprio "puliti". E c'è un momento chiave, esattamente dopo 2/3 della storia, in cui lo sceneggiatore crea le condizioni per dare una svolta a quei dubbi, in una scena molto ben rappresentata da Mazzarello, abile ormai nel gestire le atmosfere di genere.
Divertente L'inguaribile curiosone di Enrico Faccini, che riporta sulle pagine del Topo Timoteo Piccione, personaggio dall'incontenibile curiosità, al limite dell'ossessione. E ovviamente torna a tormentare Paperino in un periodo in cui si lascia coinvolgere in un corso di scrittura creativa che prevede, come esercizio, quello di scrivere dei difetti dei propri parenti e amici. Una formula che, ovviamente, è foriera di guai!
Si chiude, infine, Il pozzo del destino con Verità e giustizia. Come prevedibile Sergio Cabella ci rivela praticamente tutto in questo terzo e ultimo episodio, ribaltando un po' alcune convinzioni, come per esempio l'idea che il cattivo della storia stesse aspettando il ritorno di Minnih. Nel complesso l'episodio si rivela il migliore, l'unico che non si regge completamente sull'arte di Roberto Vian. Forse sarebbe stato più efficace progettare la storia con un numero di pagine inferiore e, perché no, per una pubblicazione completa su un unico numero, soprattutto viste le difficoltà di coinvolgimento che le puntate precedenti hanno mostrato.
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