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Toffolo, infatti, non è solo una delle migliori voci maschili italiane (almeno nel campo della musica pop e rock), ma anche un vero e proprio "onnivoro musicale", come ha dimostrato con Primitivi del futuro e in parte anche con Inumani e come dimostra tutt'ora con l'Istituto Italiano di Cumbia o con il catalogo de La Tempesta, ricco dei più svariati generi. E in qualche modo questa linea sperimentale continua a confermarsi anche ne Il sindacato dei sogni, non solo grazie a un pezzo progressive come Una ceramica italiana persa in California, ma anche con una sparizione quasi completa degli elementi punk che hanno caratterizzato proprio quelle origini cui questo nuovo lavoro sembrerebbe riportarli in favore di scelte molto più varie: oltre alle influenze progressive e psichedeliche, anche il jazz o le armonie alla musica classica sono entrate nel repertorio dei TARM.
Peraltro il disco lascia la sensazione di passaggi musicali comuni tra le varie canzoni, qualcosa che serva a creare un discorso musicale unico e molto più unitario del passato. In questo senso sarebbe interessante ascoltare un concept album dei TARM, che il gruppo potrebbe tranquillamente realizzare viste le capacità di Toffolo di narrare storie.
In generale è difficile trovare LA canzone del nuovo CD, quella che meglio lo identifica o che mi ha colpito più di tutte. Un suggerimento in qualche modo lo fornisce lo stesso Toffolo, visto che alla conclusione della decima traccia ecco, in una sorta di perfetto reprise, arrivare Con i bengala nel cielo, che poi è una versione differente di Bengala, una sorta di favola di guerra dove le bombe si trasformano nei bengala e nei classici fuochi d'artificio delle feste, in questo caso quelle di quando la guerra finisce e non fa nulla se la casa non ha più un tetto sopra. E allora è proprio con il video ufficiale di Bengala che vi saluto, sperando che il prossimo lavoro dei TARM arrivi quanto prima!
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