Stomachion

sabato 23 febbraio 2019

La fine dell'era dei dinosauri

Nella puntata precedente di questa serie dedicata a 01011001 degli Ayreon di Arjen Anthony Lucassen avevamo lasciato il popolo dei Forever con la necessità di trovare una nuova casa per il loro patrimonio genetico. Identificata nella Terra, hanno inviato una cometa con i semi della loro rinascita. Riprendiamo da The Fifth Etinction, il pezzo con cui si apre il secondo cd di 01011001 dall'eloquente titolo di Earth.
Estratti dal testo
Vediamo alcuni passi che ritengo in qualche modo significativi all'interno del testo della canzone.
Now the die is cast, the first step taken
A glimmer of hope lights up our lives
Questa coppia di versi mostra un elemento interessante: il termine die indica non solo morire come tempo verbale, ma anche dado come sostantivo. La scelta da parte di Lucassen di die e non, ad esempio, di dice verrà in qualche modo esplicata alcuni versi più tardi, anche se già
Remember all life has to give
è più che chiarificatrice degli effetti del viaggio della cometa da Y alla Terra. Il riferimento alla cometa e alla panspermia, ad ogni modo, è presente nel verso
Behold our target, a world to plant our seeds
Arriviamo ai versi, cantati dallo svizzero Steve Lee, che chiariscono molto bene la scelta di die:
There must be life
First remove any trace of doubt!
They may all die; don't you think we should check it out?
I Forever sono più che consapevoli di ciò che stanno facendo: generare una gigantesca estinzione di massa, che come vedremo più sotto non è nemmeno la più grossa avvenuta sul nostro pianeta. L'autogiustificazione per questa scelta viene affidata alla voce di Daniel Gildenlöw:
We have no choice, we waited far too long
This is our planet, this is where they belong
Eppure la calda voce di Jørn Lande, all'epoca cantante dei Masterplan, non rinuncia a dire le cose come stanno:
We may regret this
Is this the way it's supposed to be?
A cold execution, a mindless act of cruelty!
Come vedremo più avanti, sulla Terra all'epoca c'erano molti rettili, come sottolineato anche dal verso che segue, e che sembra riportare il tutto verso quella forma di autogiustificazione di cui scrivevo prima:
I see mainly reptiles
A lower form of intelligence
Mere brainless creatures with no demonstrable sentience
Non ci è dato sapere se gli abitanti del pianeta scomparsi durante la quinta estinzione fossero realmente delle forme di intelligenza inferiori, né se avrebbero o meno sviluppato un'intelligenza paragonabile a quella umana, ma in qualche modo questo elemento interessante viene utilizzato da Lucassen per presentare delle dinamiche molto umane anche tra i Forever.
Le grandi estinzioni
L'intera canzone, come evidente dal titolo, si riferisce all'ultima delle grandi estinzioni avvenute sul pianeta: nel 1982 Jack Sepkoski e David M. Raup identificarono cinque grandi estinzioni di massa(4):
La prima estinzione. Avvenuta tra i 450 e i 440 milioni di anni fa nel passaggio tra l'era ordoviciana e quella siluriana, ha visto lo sterminio del 27% di tutte le famiglie, il 57% di tutti i generi e tra il 60% e il 70% di tutte le specie. Si ritiene che sia stata la seconda più grande tra le cinque estinzioni principali avvenute sulla Terra.
La seconda estinzione. Tra i 375 e i 360 milioni di anni fa, sul finire del devoniano si è verificato un periodo di estinzioni lungo all'incirca 20 milioni di anni che ha visto la sparizione del 19% delle famiglie, del 50% dei generi e di almeno il 70% delle specie.
La terza estinzione. 252 milioni di anni fa, sul finire del permiano, avvenne la più grande estinzione di massa della Terra. Sono scomparse il 57% di tutte le famiglie, l'83% di tutti i generi e tra il 90% e il 96% di tutte le specie, inclusi gli insetti che sono tra i più resistenti in assoluto a tali eventi. Perfino una delle specie marine fino a quel momento di maggior successo, il trilobite, si è estinta in quel periodo. La Grande Moria(1) ha portato alla fine della supremazia dei Terapsidi, rettili simili ai mammiferi che si ritiene possano essere in qualche modo loro antenati. La vita dopo questa terrificante estinzione di massa ha avuto bisogno di diversi milioni di anni (dai 10 ai 30), anche se lo spazio lasciato libero ha permesso agli arcosauri (gruppo cui appartengono i coccodrilli odierni) di svilupparsi. Nel mare, invece, una grossa percentuale di specie sessili (ovvero ancorate al fondo marino) è andata perduta, mentre specie mobili come ricci di mare, chiocciole e granchi ha iniziato a diffondersi sempre di più.
La Grande Moria, però, presenta anche altri elementi di interesse, non solo perché la sua durata risulta piuttosto dibattuta, ma anche per le cause. L'ipotesi più interessante vede nella causa scatenante la caduta di uno o più asteroidi sulla superficie della Terra. Nel sottosuolo australiano è stato, infatti, ritrovato un cratere di circa 120 chilometri datato proprio al periodo della Grande Moria. A questo si aggiunge anche l'enorme cratere della Terra di Wilkes in Antartide di 450 chilometri di diametro e risalente a circa 250 milioni di anni fa.
Inoltre al largo delle Isole Falkland è stata misurata un'anomalia gravitazionele che potrebbe essere compatibile con un enorme cratere sottomarino, forse generato da un impatto con un asteroide risalente a circa 250 milioni di anni fa.
L'ipotesi dell'asteroide, comunque, non sembra incompatibile con quella legata a un aumento dell'attività vulcanica del pianeta, considerata la principale alternativa, poiché tale attività potrebbe essere stata attivata proprio dalla caduta di un asteroide di grandi proporzioni. Ad ogni modo l'aumento dell'attività dei vulcani ha molto probabilmente portato a un aumento dell'anidride carbonica nell'atmosfera oltre il limite dei 1000 ppm(2). Questo livello di CO2 avrebbe avvelenato gli oceani ed eroso lo scudo di ozono, rendendo la vita sul pianeta proibitiva per la maggior parte delle specie viventi.
La quarta estinzione. L'estinzione che ha caratterizzato il passaggio dal Triassico al Giurassico ha causato la scomparsa di circa il 23% delle famiglie, il 14% dei generi e tra il 70% e il 75% di tutte le specie. L'estinzione fu particolarmente pesante per le terre emerse, lasciando ai dinosauri ben poca competizione, mentre negli oceani si estinsero "solo" il 20% delle famiglie e il 55% dei generi marini. Questa è l'era resa famosa da film come Jurassic Park, dai documentari e dagli archeologi che in un modo o nell'altro riuscirono a recuperare (e continuano ancora oggi) le ossa di questi giganteschi rettili che dominarono la superficie del pianeta 200 milioni di anni fa. La loro era iniziò probabilmente per varie concause, su tutte le variazioni climatiche che portarono a un riscaldamento globale tale da rendere arida la superficie del pianeta.
La quinta estinzione. La più famosa delle estinzioni è indubbiamente l'ultima, non solo perché ha liberato nicchie ambientali per i mammiferi, ma anche perché la maggior parte dei dinosauri, quelli giganteschi, si sono estinti. All'incirca 65 milioni di anni fa, tra il Cretaceo e il Paleocene, almeno un enorme asteroide si è schiantato sulla superficie della Terra. Ad avanzare tale ipotesi era stato Luis Alvarez, premio Nobel per la fisica nel 1968(3), insieme con il figlio geologo, Walter Alvarez. I due, insieme con i chimici Frank Asaro e Helen Vaughn Michel, scoprirono che in diversi detriti provenienti da varie parti del mondo e risalenti proprio al periodo dell'estinzione dei dinosauri si riscontrava una concentrazione di iridio di molto superiore rispetto a quella normalmente presente sulla Terra. Questo è un metallo di transizione scoperto nel 1803 da Smithson Tennant e piuttosto raro sulla superficie del nostro pianeta, mentre si trova in grande abbondanza sugli asteroidi. Fu questa constatazione, alla fine, a spingere il gruppo dei due Alvarez a proporre l'idea della caduta di un gigantesco asteroide come causa dell'estinzione dei dinosauri. Le tracce fossili di alcuni giganteschi impatti, come ad esempio quelle trovate nella penisola dello Yucatan, sembrano effettivamente avvalorare tale tesi. Tali tracce suggeriscono che l'asteroide-killer doveva avere un diametro di circa 15 chilometri circa, generando durante l'urto un'energia paragonabile a quella di un miliardo di bombe atomiche. Questa energia venne liberata attraverso gigateschi tsunami che portarono per molti chilometri nell'entroterra diverse forme di vita marine, come dimostrano i molti fossili di tal genere ritrovati in zone dove il mare non è mai stato presente.
L'idea degli Alvarez, però, non era nemmeno così nuova: nel 1953 i geologi Allan O. Kelly e Frank Dachille, analizzando la geologia del pianeta, suggerirono che nel suo passato la Terra fosse stata colpita da diversi asteroidi giganti, causando uno spostamento angolare dell'asse terrestre, inondazioni in tutto il mondo, incendi, formazione di nubi di polveri nell'atmosfera fino all'estinzione dei dinosauri. All'epoca non c'erano prove sufficientemente solide per avvalorare la tesi dei due geologi: si è così dovuto attendere le osservazioni puntuali del gruppo degli Alvarez e le successive verifiche geologiche.
Spendo le ultime due righe sulla questione dell'intelligenza dei dinosauri: questa è una questione piuttosto dibattuta. La tesi più accreditata è quella di un livello di intelligenza più basso rispetto ai loro discendenti (uccelli, coccodrilli e i rettili in generale). Molti però pensano che, senza gli eventi catastrofici che hanno colpito la Terra, sarebbe potuta spuntare tra i teropodi una piccola specie di dinosauri con un'intelligenza paragonabile a quella umana.

  1. E' termine tecnico e non semplicemente una traduzione che vuole citare la lettera che Totò detta a Peppino in Totò, Peppino e la... malafemmina
  2. Parti per milione, ovvero l'equivalente di 1 milligrammo per chilogrammo. In pratica 1000 ppm di anidride carbonica sono 1 grammo di anidride carbonica per ogni chilogrammo di atmosfera. 
  3. "per il suo contributo determinante alla fisica delle particelle elementari, in particolare, la scoperta di un gran numero di stati di risonanza, resa possibile attraverso il suo sviluppo della tecnica della camera a bolle con l'impiego di idrogeno e l'analisi dei dati
  4. Raup, D.; Sepkoski Jr, J. (1982). Mass extinctions in the marine fossil record. Science. 215 (4539): 1501–03. doi:10.1126/science.215.4539.1501 
  5. Alvarez, L.W.; Alvarez, W.; Asaro, F.; Michel, H. V. (1980). "Extraterrestrial cause for the Cretaceous–Tertiary extinction". Science. 208 (4448)

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