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domenica 17 febbraio 2019

Topolino #3299: Il tempo del sogno e altre storie

Il numero di Topolino dedicato a San Valentino sin dalla sempre bella copertina di Giorgio Cavazzano si caratterizza nell'uso (o forse nell'abuso) del classico cliché di coppia che convolge sia Paperino e Paperina, protagonisti della storia d'apertura, sia Topolino e Minni, protagonisti di quella di chiusura. Questa settimana, però, inizierei dalla storia d'apertura, ricca di spunti mitologici e astronomici che vale la pena approfondire sin da subito. Prima, però, vi ricordo di andare a leggere la recensione di Paperoga mentore dadaista sul Caffé del Cappellaio Matto.
Viaggio in Australia
Nonostante l'Australia sia stata occidentalizzata dopo l'arrivo dell'esploratore britannico James Cook, è ancora in qualche modo una terra di misteri, al pari di molte delle zone meno esplorate di Africa e America latina. Il boomerang stellare, storia di chiusura del numero, scritta da Silvia Martinoli per i disegni di Valerio Held, porta Topolino e Minni proprio in questa terra misteriosa, essenzialmente per via della sua lontananza, sulle tracce del perduto Indiana Pipps.
Lo sviluppo della trama è quello tipico di una storia di genere: un diario misterioso, con il mistero di due scritture simili ma non esattamente identiche; la ricerca di un fantomatico luogo dalle proprietà magiche; un viaggio esotico. Il tutto condito con una serie di spunti interessanti che vale la pena approfondire, anche solo con poche righe, con l'unico difetto di una descrizione un po' stantia e ripetitiva del rapporto di coppia Topolino-Minni, troppo ripiegato sui classici cliché, senza contare l'assurdo abbigliamento cittadino con cui i due vanno alla ricerca di Indiana Pipps nei deserti australiani.
Tutto questo non inficia la godibilità della storia, e anzi il ruolo chiave giocato da Minni e gli spunti presenti nella trama controbilanciano i fattori negativi.
La storia è in particolare ambientata in due zone particolarmente interessanti dell'Australia: la piana di Wurdi Youang e il massiccio di Uluru, più noto come Ayers Rock. Partiamo da quest'ultimo, in pratica una vera e propria roccia incastonata in mezzo alla pianura.
Uluru è, in particolare, legato a una serie di leggende aborigene facenti capo al così detto dreamtime o tempo del sogno, con il quale vengono indicati i racconti dell'epoca precedente alla creazione: è una costruzione mitica comune a tutte le tribù aborigene australiane, ma al tempo stesso è l'origine delle differenze culturali tra esse. Un tipico racconto sulle origini del mondo lo possiamo trovare dalle leggende del popolo degli Anangu, la tribù stanziata nella zona di Uluru:
Il mondo era una volta un luogo informe. Nessuno dei luoghi che conosciamo esisteva fino a quando gli esseri creatori, nella forma di persone, piante e animali, viaggiarono in lungo e in largo attraverso la terra. Allora, in un processo di creazione e distruzione, formarono il paesaggio come lo conosciamo oggi. La terra degli Anangu è ancora abitata dagli spiriti di dozzine di questi esseri creatori ancestrali che vengono chiamati Tjukuritja o Waparitja.
A questi esseri ancestrali appartiene Tatji, la lucertola rossa, che una volta giunta a Uluru lanciò il suo boomerang (o kali nel termine aborigeno) che si conficcò nella roccia della montagna. A quel punto Tatji iniziò a scavare la roccia alla ricerca del kali, riempiendo la superficie di Ayers Rock di numerosi buchi. Dopo l'infruttuosa ricerca, Tatji si lasciò morire all'interno di una caverna. Grazie a questo racconto, su cui si basa Il boomerang stellare, gli aborigeni hanno fornito una spiegazione mitica sia dei fenomeni di corrosione della superficie di Uluru sia dei grossi macigni che si trovano nella zona, ritenuti i resti del corpo di Tatji.
Non è l'unica leggenda legata a Uluru, ma per i non aborigeni è molto difficile venire a conoscenza di queste storie legate al tempo del sogno essendo queste destinate per lo più agli aborigeni stessi.
Wurdi Youang è, invece, una disposizione di massi particolare situata nei pressi del monte Rothwell. Costituita da circa un centinaio di massi in basalto, ha una forma per metà ovoiale e per metà a freccia. Il suo scopo è ignoto, anche se probabilmente legato a motivi rituali. Esiste, però, un'ipotesi astronomica che mette in collegamento Wurdi Youang con Stonhenge.
Una serie di pietre, situate a ovest, sembrano indicare la posizione del sole al tramonto durante gli equinozi e i solstizi: tale diposizione risulta accurata con un errore di pochi gradi, mentre le linee dritte indicano la posizione del sole al tramonto durante i solstizi d'estate e d'inverno(1).
L'ipotesi suggerirebbe, dunque, un uso astronomico del sito e secondo molti studiosi potrebbe essere l'osservatorio astronomico più antico del mondo, ma non c'è un vero accordo sulla datazione delle rocce e sull'epoca in cui queste sono state posizionate nella piana.
Intrighi al castello
L'episodio di questa settimana de Il conte di Anatrham, pur se propone nuovi elementi di approfondimento sui personaggi, presenta pochi spunti di riflessione. Iniziamo con i nuovi personaggi che fanno capolino nella vicenda, iniziando da Lady Brygitt, che in pura tradizione vittoriana entra nella storia organizzando una festa mondana cui è in qualche modo costretto a partecipare anche Paperin Doodle. Della partita sono anche i fratelli Bassett, ladri di professione che, per l'occasione, si improvvisano anche fotografi per conto della baronessa Ameliova. Quest'ultima, infatti, si mette d'accordo con i tre furfanti per scattare una foto equivoca di lei insieme con Paperino per poi utilizzarla per allontanare il giovane ereditiero da Paperina.
Se da un lato abbiamo un chiaro riferimento alla costruzione di fake news da parte di personaggi equivoci, dall'altro ecco che il piano prinicipale di De Rockfort contro Paperon Pound, screditarlo a mezzo stampa, fallisce prima ancora di iniziare: il direttore del suo giornale, infatti, è persona onesta e scrupolosa al punto da controllare nel passato del magnate, che risulta intonso. De Rockfort in questo caso rinuncia alla costruzione di notizie false, mostrando così di essere, per quanto meschino, ma almeno decisamente migliore di come spesso viene raccontata la sua controparte "reale", Rockerduck.
In questo senso il lavoro di Marco Bosco sui personaggi risulta molto efficace, perché, pur non tradendo il carattere generale degli "attori" disneyani, fornisce loro nuova linfa e nuova interpretazione. Altro esempio di questo approccio è proprio Paperin Doodle, che Bosco descrive come un papero volenteroso e disponibile con tutti.
L'ultimo personaggio nuovo introdotto nella storia è, poi, l'investigatore privato Bogarty, i cui travestimenti si intravedono in alcune occasioni, sia in casa che in giardino, e in particolare il primo di questi rivela alcuni dettagli che, insieme con il nome, dovrebbero consentire al lettore più esperto di capire quale sia la controparte disneyana di questo economico investigatore.
Infine sempre ottimo il lavoro di Nico Picone ai disegni, anche se forse in questa occasione ha ecceduto, almeno in un paio di vignette, con le ombre, probabilmente influenzato dall'atmosfera da intrigo che pervade l'intero episodio.
Un San Valentino social
Continuo a restare (negativamente) stupito di come siano proprio le sceneggiatrici di Topolino a sfruttare i cliché più classici del rapporto di coppia o la caratterizzazione più piatta possibile per le controparti femminili di Topolino e Paperino. Se in parte questi aspetti sono presenti ne Il boomerang stellare, immaginate un po' quanto la storia di San Valentino ne sia ricca. Scritta da Gaja Arrighini, calca molto la mano sul cliché della giovane modaiola, coinvolta dal social del momento, Papergram (l'equivalente del nostro Instagram), tanto da lasciare il lettore perplesso per il tempo impiegato su questo servizio e far spuntare la domanda: "ma Paperina non lavora mai?" Risulta allora molto difficile da digerire non solo il fatto che abbia trascinato Paperino su Papergram, ma anche le sue lamentele per il fatto che non sia attivo su questo social, cosa che le crea non pochi problemi con i suoi contatti. La storia raggiunge il suo apice dell'assurdo quando Paperina lascia Paperino a causa dell'attitudine anti-social di quest'ultimo: in questo la storia risulta particolarmente efficace, visto che il senso della stessa è quello di suggerire al giovane lettore i molti contro di un uso smodato dello strumento di condivisione.
Questo unico punto di merito non elimina, però, l'altra grande perplessità sul ruolo giocato dai nipotini, che sembrano perdere un paio di giorni di scuola per consentire a Paperino di diventare una star di Papergram in appena un giorno con un account nuovo di pacca!
Certo ciò va in contrasto con il pianto di Paperina che rivendica la fatica compiuta per arrivare ai suoi 5253 follower, ma resta il senso dell'assurdo che permea l'intera storia, che ha senso solo nell'ottica di voler descrivere come assurda la moda eccessiva sulla presenza su Instagram e gli altri social. Come al solito ottima Giada Perissinotto ai disegni, particolarmente efficace grazie al suo stile barbucciano. Di tutte le vignette mi piace segnalare la capocciata dell'amore tra Paperino e Paperina, un modo divertente e ironico per sintetizzare i problemi amorosi tra i due storici fidanzati paperopolesi.
  1. Norris, R.P.; Norris, P.M.; Hamacher, D.W.; Abrahams, R. (2013). Wurdi Youang: an Australian Aboriginal stone arrangement with possible solar indications. Rock Art Research. 30 (1): 55–65. arxiv:1210.7000 

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