Tutta questione di fortuna (o quasi)
Mentre a Paperopoli Archimede Pitagorico e Pico de Paperis cercano di dare un senso agli enigmi raccolti, Qui, Quo, Qua mantengono i contatti con i vari gruppi e in questo episodio si mettono in collegamento con Paperino, Paperoga, Gastone e Rockerduck. I 4, ignari di ciò, vengono seguiti da Nonno Bassotto e dal nipote 176-617.Bosco, per mitigare un po' l'effetto della fortuna di Gastone che altrimenti avrebbe ridotto la caccia all'indizio a una storia di una decina di pagine, introduce l'elemento incontrollabile di un gruppo di rapinatori che, riconosciuto lo storico avversario di Paperone, decidono di rapire tutti e quattro i paperi per richiedere un riscatto. E così i Bassotti sono costretti a intervenire loro malgrado per poter ottenere anch'essi l'indizio che potrebbe condurli sulle tracce di Paperone e del fantomatico tesoro di Anatrasius Fogg. Viene finalmente mostrato il misterioso tizio corpulento e con la barba rossa che sembra essere sulle tracce di questo tesoro, rendendo sempre più intricata la vicenda.
In effetti, rispetto al Conte di Anatrham, la storia risulta molto meno interessante, sia dal punto di vista dello sviluppo sia per quel che riguarda l'approfondimento dei personaggi. Inoltre Bosco mette in bocca a Paperoga una battuta inaspettata per il personaggio, visto che fa sfoggio di una inusitata consapevolezza dei suoi limiti mentali.
Per contro il ritmo è un buon mix tra le fasi più lente di ricerca delle informazioni e quelle più attive, come il momento della rapina/rapimento o l'intervento dei Bassotti prima e della polizia poi. Buona anche la prova di Tosolini con il suo stile dinamico e molto alla Freccero.
Tempi rumorosi
Un doppio Bosco estivo, per quanto disegnato da Lara Molinari, non riuscirei a sopportarlo, così salto convinto Il gadget prodigioso e do un'occasione a Il timbro cittadino, che per leggere il titolo nella tavola di apertura sono dovuto andare al sommario. Questo, unito all'aver spoilerato il finale con il solito Paperino spaparanzato sull'amaca, non mi aveva ben disposto nei confronti della storia di Matteo Venerus, ma alla fine ho deciso di dargli un'occasione.La storia è in qualche modo circolare, come alcune delle storie di Carl Barks: inizia con uno zoom sulla città e i suoi rumori fino al rumore che sveglia Paperino: sono i nipotini in tenuta da GM pronti a dare battaglia contro l'inquinamento acustico.
Da qui in poi, in poche pagine, Venerus mette nei guai Paperino, costringendolo ad accettare un lavoro al museo offertogli da Pico de Paperis. La scoperta di alcuni rumori registrati su un grammofono a fine Ottocento a Paperopoli è l'occasione per Pico e Archimede Pitagorico di mostrare un bel progetto di realtà virtuale in cui i suoni, restaurati, vengono associati a scene animate che li riproducono. Ovviamente c'è l'imprevisto: un suono che il macchinario di Archimede non riesce a interpretare. Parte così la gara alla ricerca dell'attività associata con quel rumore. Divertente vedere come tutti, in qualche modo, siano convinti di aver trovato la soluzione all'enigma, creando una situazione ricorrente che oscilla tra il divertente e l'assurdo/surreale. Inoltre Venerus, pur se enfatizza eccessivamente la pigrizia di Paperino, riesce a mostrare, anche solo in poche vignette, altri aspetti della ricca personalità di uno dei più amati personaggi Disney.
Ben poco da aggiungere sui disegni morbidi e rotondi di Marco Palazzi che porta a casa un compitino svolto in maniera efficace, vista la leggerezza della storia.
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