
Dopo aver impostato i temi portanti del crossover, Mark Waid, sempre affiancato da Dan Mora ai disegni, continua a proporre diversi spunti interessanti, uno dei quali lo affronteremo sul Cappellaio Matto in un secondo crossposting. Inoltre alla miniserie principale viene affiancata la miniserie collaterale Absolute Powers: Origins che racconta le origini segrete di Amanda Waller. Andiamo, però, con ordine e seguiamo gli eroi nel loro rifugio di emergenza.
Da qualche parte tra i ghiacci artici

E i supereroi superstiti al primo attacco della task force della Waller si rifugiano proprio lì. Alcuni di loro sono stati privati dei loro poteri, altri, come i Titani, no. E' un consesso misto, quindi, quello che si riunisce nel rifugio segreto di Superman, che solo in parte quindi riprende lo spunto alla base di JLA: Atto di dio di Doug Moench e Dave Ross. In quella occasione Batman diventa un punto di riferimento per tutti gli eroi, cosa che ci si aspetta possa arrivare anche in questa occasione. Waid, però, in qualche modo spiazza il lettore e, invece, consegna questo ruolo al suo pupillo, Nightwing, preservando in questo modo il ruolo di leader che gli autori avevano ritagliato per lui su Beast World e, prima ancora, su Crisi Oscura.
Tra l'altro Dick e i Titans sono i primi a intervenire subito dopo l'attacco del gruppo guidato da Brainiac Queen alla Fortezza della solitudine. Arma segreta di questo attacco è un Jon Kent soggetto al controllo mentale dell'androide creato da Brainiac.
Quello della coercizione mentale è un tema piuttosto interessante, già affrontato in una delle storie brevi pubblicate sul primo numero dell'edizione italiana. Rispetto al lavaggio del cervello elettronico realizzato dalla Waller in quella storia breve, quello esercitato da Brainiac Queen su Jon Kent è molto più violento e invasivo, e dunque più doloroso.
Interessante l'autocitazionismo di Waid, non così evidente ma che viene fatto emergere da una vignetta di Mora che fa inevitabilmente pensare a Kingdome Come, in particolare al disastro del Kansas che da il via a tutta la vicenda dietro quella miniserie.
Il fine, i mezzi e le giustificazioni

Ad ogni buon conto la storia approfondisce gli elementi che hanno portato la Waller a diventare il personaggio che oggi conosciamo. Ideata da John Ostrander, Len Wein e John Byrne sulle pagine del primo numero del crossover Legends, la Waller ha alle spalle una storia drammatica, in cui ha perso in poco tempo una figlia e il marito a causa di un criminale che si è rivelato intoccabile persino per le forze dell'ordine. Da lì nasce la sua determinazione ad affrontare il sistema, iniziando proprio dai supereroi, apparentemente rei di non aver affrontato e risolto il suo caso. E per questo scopo la Waller non rinuncia a nessun mezzo, incluso quello di costruire prove false a carico del politico che vuole manipolare.
A enfatizzare la sua determinazione c'è però un dettaglio non trascurabile: nonostante stia facendo tutto questo gratuitamente, si ritrova a litigare con i figli perché li trascura invece di stare loro accanto dopo tutti i drammi subiti dalla sua famiglia. La motivazione con cui si giustifica è la stessa di qualunque persona ossessionata dal proprio lavoro:
Io lo faccio per voi!Come vedremo, forse non è proprio così.
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