
Come ho scritto in un articolo precedente, una buona idea per alzare la qualità del sommario sarebbe quella di proporre, possibilmente in maniera cronologica, le storie, buone o cattive che siano, di autori paperinikiani, magari corredate da articoli di introduzione. E in un certo senso è proprio quello che Alex Bertani ha pensato di fare a partire da questo centesimo numero, scegliendo, però, il ciclo di storie di Marco Gervasio iniziato con la discussa Tutto cominciò così pubblicata qualcosa come 6 anni fa su Topolino #3316.
Riscrivere le origini
La storia, anticipata da un'intervista a Gervasio stesso, è una vera e propria rinarrazione delle origini di Paperinik. A parte l'ovvia sintesi, vista l'impresa di riassumere una storia in due parti nelle 26 pagine assegnate all'autore, Tutto cominciò così vede anche la presenza di Fantomius, che gioca un ruolo fondamentale. L'autore, nelle storie della serie dedicata al ladro gentiluomo, a un certo punto aveva introdotto i viaggi nel tempo, cosa che non ho mai nascosto di non gradire, e proprio sfruttando questo espediente ha resto Fantomius il deus ex-machina dietro la nascita di Paperinik. Persino la formula delle maschere che Paperino utilizzava nelle prime storie di Paperinik non diventa più una creazione originale di Archimede, ma un lascito di Copernico Pitagorico.L'eccessiva presenza di Fantomius, poi, non spiega per nulla l'insolita sfortuna (e dall'altro lato l'insolita fortuna di Paperino) che Gastone subisce nel corso de Il diabolico vendicatore che culmina con l'esplosione di Villa Rosa. Se a questo ci aggiungiamo dei dialoghi che, dopo la rilettura su questo numero, ho trovato con ancora meno mordente della prima lettura avvenuta sul #3316, potete ben capire quanto poco gradisca l'approdo di queste storie su Paperinik.
Di segno diverso è, invece, I destini di un eroe di Vito Stabile e Stefano Intini. Pubblicata sul Topolino #3048 del 2014, è una storia a bivi che reinterpreta le origini di Paperinik proponendo diverse possibilità, proprio nel più classico stile delle storie a bivi. Tra l'altro uno di questi porta allo stesso esito della storia originale senza l'esplosione di Villa Rosa. E soprattutto senza alcun biisogno di avere un Fantomius che torna indietro nel tempo!
Maledizione egizia
Considerando la cifra tonda raggiunta dal mensile, ci si aspetterebbe che la storia inedita d'apertura sia in qualche modo celebrativa. E invece in tutto il sommario solo del due storie di cui ho scritto sopra e l'intervista a Gervasio danno l'idea di una qualche celbrazione. La storia d'apertura, L'anatema dello sciacallo, è una storia leggera e divertente di Niccolò Testi e Giovanni Preziosi in cui Paperino viene colpito dalla maledizione contenuta in una statuetta egiziana che lo rende pauroso persino della sua stessa ombra.Alla fine giunge al suo obiettivo, quello di divertire senza troppe pretese o senza eccessivi approfondimenti, cosa che sarebbe stato anche molto interessante fare, visto le molte storie batmaniane in cui Bruce Wayne ha dovuto affrontare il gas della paura dello Spaventapasseri. D'altra parte siamo sul mensile e non su Topolino.
Alla fine la storia migliore è quella pasquale, realizzata da Angelo Palmas e dal duo Lucio Leoni-Emanuela Negrin che, secondo me, meriterebbero di vedere le loro storie paperinikiane, anche quelle su sceneggiature altrui, ristampate in maniera cronologica.
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