Gli elementi interessanti dell'articolo, però, sono due: da un lato tutti gli aspetti legati al controllo e alle difficoltà che ufficialmente ci sono nella comunicazione tra gli scienziati cinesi e quelli occidentali, dall'altro la sensazione che questo radiotelescopio possa essere una specie di eccezione alla regola, visto che sembra sia entrato nel Seti (consideriamo, comunque, che l'articolo risale a 2 o 3 anni fa, all'incirca).
Un altro pezzo di questo puzzle sulle scarse comunicazioni viene da quanto mi ha raccontato un ricercatore che da poco è andato in Cina, invitato proprio da altri ricercatori cinesi. Non mi soffermo su alcune cose di vita quotidiana, quanto sul fatto che è stato già inserito all'interno dei tempi di osservazione e della presa dati dei satelliti cinesi. Con un problema di ordine burocratico: non potrebbe utilizzare quei dati per degli articoli a causa di un ban non così trascurabile, che però gli astronomi cinesi pensano di poter aggirare. Cosa che mi sembra abbastanza significativa sulla distanza tra le idee degli scienziati e del loro governo.
Aggiungiamo a tutto questo anche un estratto che prendo da un articolo di Marco Delmastro su un recente workshop tenutosi a Parigi dello European Committee for Future Accelerator. In quella occasione era presente un rappresentante del progetto cinese CEPC (Circular Electron Positron Collider), che ha fornito alcune anticpiazioni sull'acceleratore di particelle cinese. Vi riporto ciò che ha scritto Marco e che rappresenta un punto importante su cui riflettere:
Senza troppi peli sulla lingua ci ha detto che bisognerà scordarsi un modello aperto e collaborativo come quello del CERN: CEPC sarà prima di tutto un'impresa cinese, con almeno un esperimento esclusivamente cinese, un secondo che sarà solo in parte internazionale, e con regole nette su chi avrà la priorità nelle pubblicazioni dei risultati.Questo post lo avevo in bozza da un po', anche in una versione leggermente differente rispetto a questa. Mi pare che, oltre a condividere in generale le preoccupazioni di Marco sul governo cinese, mi sembra che emerga abbastanza chiaramente quanto siano "governativi" i fisici cinesi rispetto agli astronomi.
Ancora una volta sembra che valga il motto dell'Unione Astronomia Internazionale:
Astronomy for a better worldOvviamente il problema è riuscirci.
Nessun commento:
Posta un commento