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Il grosso problema è che tra queste pagine di terrore e paura ce n'è ben poco (certo, per un amante del genere che per spaventarsi ce ne vuole, questo fatto sembrerebbe all'ordine del giorno, però il terrore e l'orrore direi che un po' li so riconoscere). I racconti migliori in assoluto sono quello che da il titolo alla raccolta, molto breve ma particolarmente interessante, e Il piccolo fantasma, venato da quella stessa ironia presente ne Il fantasma di Canterbury di Oscar Wilde. Per il resto, a parte alcuni racconti che comunque riescono a risultare un po' gradevoli, in particolare i due vampirici, siamo di fronte a racconti senza personalità, che sembrano più un esercizio di stile in funzione del finale che non un vero tentativo di far insorgere la paura all'interno del lettore.
Il culmine, in negativo, però, la raccolta lo raggiunge con Straniero a Tabiano, che occupa una settantina di pagine e che si stenta a classificare come storia del terrore. Oscillante tra fantasy e politica, nonostante alcuni spunti interessanti, è una lettura noiosa che si stenta a capire dove voglia andare a parare. Anche dopo averne concluso la lettura.
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