Stomachion

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giovedì 27 febbraio 2025

La parola al bardo: Una storia dagli abissi

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Lo so che non si chiama più Bard ma Gemini, però la serie mi sembra giusto continuare a chiamarla così. E per l'occasione ecco un vero e proprio racconto:
Nel cuore della notte, tra le ombre contorte della sua dimora di Providence, Howard Phillips Lovecraft si accingeva a compiere un rituale proibito. Con le mani tremanti, tracciò un pentacolo sul pavimento polveroso, mormorando antiche formule tratte dal Necronomicon. L'aria si caricò di elettricità, e un bagliore verdastro illuminò la stanza.
"Cthulhu, servo degli Antichi, ascolta la mia chiamata!" esclamò Lovecraft, la voce rotta dall'emozione. "Ti invoco per chiederti ispirazione! Concedimi una visione, un orrore cosmico che possa alimentare la mia penna!"
Un rombo sordo scosse le fondamenta della casa, e una figura gigantesca emerse dal pentacolo. Cthulhu, il Grande Antico, si ergeva in tutta la sua mostruosa magnificenza, i suoi tentacoli guizzanti e gli occhi incandescenti.
"Lovecraft," tuonò Cthulhu, la voce un eco di abissi lontani. "Perché disturbi il mio sonno eterno? Non ho tempo per i tuoi miseri racconti."
"Ma, Grande Cthulhu," implorò Lovecraft, "le mie storie diffondono il tuo terrore nel mondo! Sono il tuo araldo, il tuo profeta!"
"Araldo?" sibilò Cthulhu, un ghigno mostruoso che gli deformava il volto. "Profeta? Tu sei solo un misero mortale, un insetto che si illude di comprendere l'orrore cosmico. Le tue storie sono pallide imitazioni della realtà, ombre sbiadite del vero terrore."
Lovecraft, ferito nell'orgoglio, si infuriò. "Come osi, Cthulhu? Le mie storie hanno terrorizzato generazioni di lettori! Ho creato un intero pantheon di orrori cosmici!"
"Pantheon?" ruggì Cthulhu, i suoi tentacoli che si agitavano furiosamente. "Tu hai creato solo una parodia, un circo di mostri ridicoli! I veri Antichi sono al di là della tua comprensione, al di là della tua immaginazione."
La discussione si trasformò in una furiosa lite. Lovecraft accusò Cthulhu di essere un critico ingrato, mentre Cthulhu lo accusò di essere un plagiarista mediocre. Volarono parole grosse, insulti cosmici e maledizioni ancestrali.
Alla fine, Cthulhu, esasperato, afferrò Lovecraft per il colletto della camicia e lo sollevò da terra. "Ascolta, misero mortale," ringhiò. "La prossima volta che oserai disturbarmi per le tue sciocchezze, ti manderò direttamente negli abissi di R'lyeh. Hai capito?"
Lovecraft, tremante di paura, annuì freneticamente. Cthulhu lo lasciò cadere sul pavimento, scomparendo nel pentacolo con un ultimo rombo.
Lovecraft rimase a terra, il cuore che gli batteva all'impazzata. Si rialzò lentamente, sentendosi umiliato e offeso. "Che creatura ingrata," mormorò. "Dopo tutto quello che ho fatto per lui..."
Ma poi, un lampo di ispirazione lo colpì. "Aspetta un momento..." pensò, un sorriso malizioso che gli illuminava il volto. "E se scrivessi una storia su un uomo che litiga con Cthulhu?"
Immagine di apertura generata con NightCafe

sabato 22 febbraio 2025

I gatti di Ulthar e altre storie

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Erano diversi anni che non acquistavo uno dei tankobon di Gou Tanabe dedicati ai racconti lovecraftiani. Tanabe, infatti, ha iniziato, penso ormai un decennio fa o qualcosa del genere, la trasposizione a fumetti dei racconti del solitario di Providence (in effetti i suoi manga non erano entrati nella rassegna lovecraftiana a fumetti che avevo scritto nel lontano 2013, visto che all'epoca non erano ancora stati pubblicati). Mi ero, diciamo così, tenuto lontano non perché la sua trasposizione non fosse in qualche modo fedele alle atmosfere dei racconti di Lovecraft, quanto per l'edizione italiana della J-Pop, che era poco leggibile.
Col tempo l'editore ha anche realizzato dei volumi di grande formato, ma ho sempre fatto scelte di acquisto differenti, però, un po' per i protagonisti, I gatti di Ulthar, un po' perché sfogliandolo mi sono reso conto che anche l'edizione in tankobon singolo è decisamente di qualità migliore rispetto a quel primo manga che acquistati all'epoca, ho deciso di affrontare la lettura di questo volumetto.

domenica 26 gennaio 2025

Topolino #3609: Alle origini del gotico

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Post aggiornato dopo la prima pubblicazione con sistemazione del titolo, correzione di errori di battitura, aggiunta di un paio di considerazioni, sistemazione dei link e dell'immagine di apertura.
Il #3609 arriva in edicola in versione flipbook: arriva in Italia il What If...? dedicato ai Fantastici Quattro, su cui ho già scritto sul Cappellaio Matto. Iniziamo, quindi, con la storia d'apertura, Una gara da paura, appartenente alla serie di Lord Hatequack presenta.
In questa occasione Giulio Gualtieri con la magistrale assistenza di Roberto Vian, omaggia la mitica gita letteraria di John William Polidori, Lord Byron e di Mary e Percy Shelley che ha dato origine a due capolavori del gotico, Il vampiro e Frankenstein. Allo stesso modo Hatequack, nonna Papera, Paperone e Pico si sfidano in una gara di racconti del terrore, che propongono alcuni temi tipici della letteratura di genere. In particolare Gualtieri recupera, se la memoria non mi inganna, un frammento che Howard Phillips Lovecraft non ha mai completato. Altra citazione lovecraftiana é per il Necronomicon: la lettera iniziale N di questo famoso (e mai scritto) testo maledetto, infatti, è sulla copertina del libro maledetto protagonista di uno dei racconti ideati da Gualtieri.

sabato 25 agosto 2018

Lovecraft a fumetti: una nuova biografia

cc @real_fabristol @hardcorejudas @Popinga1 e non ricordo più chi altri c'era in quella vecchia discussione... aggiungete pure!
In pochi mesi la Magic Press ha pubblicato, dopo la serie di volumi di I.N.J. Culbard, due nuove opere lovecraftiane che mi permettono di proseguire con il discorso iniziato in Lovecraft a fumetti. Il primo dei due volumi di cui vorrei scrivere (spero) poche righe sono I miti di Cthulhu di Esteban Maroto, per molti versi opera rivoluzionaria nel fumetto lovecraftiano.
Racconti
L’elemento rivoluzionario nella trasposizione del disegnatore spagnolo non sta tanto nella fedeltà al testo di racconti di HowardPhilips Lovecraft qui trasposti o nell’approccio realistico al disegno, ma nell’essere stato uno dei primi (se non il primo) ad aver inserito seppur timidamente degli elementi erotici (in particolare ne La ricorrenza), altrimenti completamente assenti nell’opera lovecraftiana.
L’edizione proposta dalla Magic, edita originariamente da Planeta Co’mic, risente in parte delle difficoltà che questi racconti hanno avuto nella loro storia editoriale: i disegni non sempre sono chiarissimi e il tratto risulta molto leggero. Tutto questo, però, non impedisce di apprezzare la costruzione dinamica della pagina, chiaramente latina per influenza, senza dimenticare quella del fumetto statunitense di genere horror e supereroistico, o alcune delle belle illustrazioni che sono riuscite a salvarsi dalle molte vicende narrate nell’introduzione di José Villarubia.

lunedì 28 settembre 2015

Il caso di Charles Dexter Ward

I primi approcci di Lovecraft con i romanzi non soddisfecero appieno il gusto dello scrittore. Sia La ricerca onirica dello sconosciuto Kadath, scritto tra il 1926 e il 1927 (e poi pubblicato nel 1948), sia Il caso di Charles Dexter Ward, scritto subito dopo tra gennaio e marzo 1927 (e poi pubblicato nel 1941), vennero mantenuti nel cassetto del Solitario di Providence fino alla successiva scoperta e pubblicazione postuma. In particolare Il caso di Charles Dexter Ward ricade all'interno dei Miti di Cthulhu, il 6.o tra racconti e romanzi nella cronologia di scrittura, grazie alla presenza, all'interno delle invocazioni di Yogh-Sothoth, in grado di dare a chi ne usa il nome, il potere di evocare qualunque cosa.
L'idea di base è semplice: un giovane, Charles Dexter Ward, scopre di possedere un antenato del cui passato si preferisce tacere. Il ragazzo, incuriosito, inizia una ricerca storica, che lo porta a recuperare le sue perdute carte e un ritratto in cui Joseph Curwen, il lontano parente, risulta una goccia d'acqua (a parte una cicatrice) con il suo discendente. Inizia, allora, un'ossessionante vicenda fatta di evocazioni, follia, presunzione che viene ricomposta come una sorta di lungo flashback a partire dalla sparizione di CDW dal manicomio in cui era stato rinchiuso.

martedì 8 settembre 2015

Dagon: dalla Mesopotamia agli Stati Uniti

All'interno del pantheon di divinità extramondane ideato da Lovecraft, c'è un unico dio che il solitario di Providence ha estratto da una tradizione mitica già esistente: Dagon. E' quindi con l'omonimo racconto, scritto nel 1917 e apparso prima su The Vagrant #11 del novembre 1919 e quindi su Weird Tales dell'ottobre 1923, che si tende a far iniziare i Miti di Cthulhu.
Il dio-pesce
Divinità associata alla fertilità, Dagon appartiene al pantheon mitico mesopotamico (in particolare di Akkadia, Assiria e Babilonia). Viene tradizionalmente rappresentato come metà uomo e metà pesce e sono due le rappresentazioni note: una in stile tritone, ovvero con il busto a forma di uomo, e un'altra con la parte anteriore a forma di uomo e la parte posteriore a forma di pesce. Etimologicamente parlando il nome è associabile sia a "pesce" sia a "grano".
In origine noto come Dagan, faceva parte del trio più importante di divinità mesopotamiche insieme con Illu o El e con Adad o Hadad. Molto probabilmente Dagon era il dio più importante di tutta la mitologia. Ad esempio a Ebla era a capo di un nutrito gruppo di circa 200 divinità! Uno dei suoi attributi, concordemente con il ruolo di dio della fertilità, è "rugiada della terra".
A Ugarit, invece, era il terzo dietro un non meglio identificato dio-padre e a El e precedeva Baal (identificato con Hadad). Secondo Joseph Fontenrose però El e Dagon sono, in realtà, da considerarsi come un'unica divinità. Indizio di questo fatto è che Hadad, fratello di Anat figlia di El, è identificato come figlio di Dagon.
Il mito passò poi ai fenici e qui venne trasformato in una versione che potrebbe essere alla base dei miti degli dei dell'Olimpo: Dagon ed El (Crono) erano fratelli, entrambi figli del Cielo (Urano). In questo mito il legame con Hadad si fa più complicato: quest'ultimo viene generato dal Cielo con una concubina prima che questi venga castrato da El. La concubina, incinta, diventa quindi compagna di Dagon, che così assume il doppio ruolo di fratellastro e patrigno di Hadad. Anche in questo caso ci sono indizi che andrebbero verso una identificazione di Dagon con El.
Ritroviamo il suo ruolo centrale tra i filistei, che lo assurgono a loro divinità: nell'antico testamento è proprio un tempio di Dagon quello distrutto da Sansone. Ad ogni buon conto il dio-pesce viene citato spesso nella Bibbia ed evidentemente ciò potrebbe aver ispirato Lovecraft per ritagliargli il ruolo di antagonista della razza umana nell'omonimo, delirante racconto. Lovecraft infatti fa scrivere al protagonista del racconto le seguenti parole:
Un giorno, venni in contatto con un etnologo famoso, e gli feci alcune domande sull'antica leggenda filistea di Dagon, il Dio-Pesce.

giovedì 31 ottobre 2013

I Peanuts incontrano Lovecraft

Come ho scritto nel post sul Lovecraft a fumetti, Julien Bazinet propose nel 2011 un mash-up tra i Miti di Chtulhu e i Peanuts di Charles Schultz.
Poiché il post è stato cancellato dal suo autore, le fonti delle immagini sono, nell'ordine, Flavorwire, Laughing Squid, Cthulhu Project. Ovviamente sono in inglese, quindi... Buona lettura!



domenica 27 ottobre 2013

Lovecraft a fumetti

L'interesse del mondo del fumetto nei confronti di Lovecraft e delle sue storie è sempre stato abbastanza diffuso. Stando alla lista pubblicata sul fan site ufficiale che si limita ai fumetti tratti dai suoi racconti, questa storia inizia negli anni '50 del XX secolo grazie alla EC Comics.
In generale i fumetti lovecraftiani possono essere suddivisi in due filoni: gli adattamenti più o meno fedeli, più o meno efficaci, dell'opera del Solitario di Providence e le storie originali che si inseriscono all'interno dei suoi cicli narrativi, in particolare quello dei Miti di Chtulhu. In quest'ultimo filone si inseriscono ad esempio le storie di Alan Moore, sia quelle più letterarie sia il fumettistico Neonomicon, raccolto in volume dalla Bao.
Trascurando, dell'opera di Moore, tulle le influenze lovecraftiane che lo sceneggiatore britannico ha inserito nella sua opera (su tutte Watchmen con il mostro che attacca e distrugge New York), precedono Neonomicon varie avventure pubblicate nel corso degli ultimi sessanta anni da vari editori (lista in corso di aggiornamento, a quanto sembra), come per esempio la Marvel con Haunt of Horror di Richard Corben o la Image che in The Strange Adventures of H.P. Lovecraft trasforma lo stesso scrittore in un personaggio dei fumetti e non per un racconto biografico ma per un fumetto di avventura. Lovecraft, poi, è protagonista, insieme con Conan Doyle e Harry Houdini (che peraltro ha conosciuto) di Necronauts di Gordon Rennie e Frazer Irving, serializzata dal numero 1223 al 1230 della storica rivista britannica 2000AD.
Interessante poi sembra essere il progetto della Arcana che si concentra sugli incubi di un Lovecraft bambino, ideato e scritto da Bruce Brown e costituito da tre titoli: The Undersea Kingdom, scritto con Dwight MacPherson e disegnato da Thomas Boatwright con uno stile che ricorda Sam Kieth; The Frozen Kingdom disegnato da Renzo Podesta di cui potete leggere un estratto, diffuso dallo sceneggiatore, su Comic Monsters e che mostra come lo stile di Podesta sia fortemente influenzato dal maestro Bill Sienkewicz; e The Kingdom of Madness, disegnato ancora una volta da Boatwright. Infine, forse da recuperare, c'è la serie di fumetti editi dai Boom! Studios che hanno in Chtulhu Tales il titolo portante, indicato come uno dei dieci migliori fumetti lovecraftiani da MTV.

domenica 13 ottobre 2013

Neonomicon

La Bao Publishing è uno degli editori più aggressivi degli ultimi anni in Italia. I prodotti che ha proposto, sta proponendo e che, dai preview, proporrà promettono di essere molto interessanti, e quando ha la possibilità di mettere le mani su opere dal grande potenziale, non si lascia sfuggire l'occasione per una presentazione in grande stile. E' quello che è successo con Neomicon, il volume che raccoglie le storie lovecraftiane di Alan Moore, proposto con copertine differenti, non solo sin dalla prima pubblicazione, ma anche con le successive ristampe.
Lovecraft
Howard Philips Lovecraft, il solitario di Providence, è stato uno degli scrittori di punta di Weird Tales, uno dei più noti pulp magazine statunitensi. A questa mitica rivista collaborò anche Robert Erwin Howard, il creatore di Conan, e uno dei più prolifici in assoluto, considerato il tempo limitato di produzione delle sue storie. Lovecraft e Howard furono legati da una grande amicizia, tanto che Howard scrisse alcuni racconti ambientati all'interno del Ciclo di Cthulu, la serie di racconti dello scrittore di Providence dedicata ad antiche entità che dal profondo dello spazio, eoni fa, giunsero sulla Terra, influenzandone gli abitanti, in particolare pazzi, artisti e sognatori. E Lovecraft era un sognatore: i suoi sogni erano così vividi e precisi, e i suoi mal di testa così forti, che non poteva, HP, non diventare uno scrittore del fantastico, in particolare dell'horror. A Lovecraft, poi, e alle sue opere sono stati dedicati film e fumetti, come ad esempio quello di Keith Giffen ed Enrique Breccia, basato su una sceneggiatura cinematografica di Hans Rodionoff: l'opera vuole essere una sorta di biografia non autorizzata, ma soprattutto è una storia visionaria in cui Lovecraft non solo sogna ma vive in prima persona i suoi incubi, in un percorso che lo fa oscillare a cavallo tra il mondo reale e la follia, quella ereditata dai propri genitori.
Che Lovecraft non fosse proprio quel pazzo visionario che Giffen-Riodionoff-Breccia rappresentano non è difficile da immaginare: basti pensare alla sua vasta produzione di saggi che rivaleggia con l'altrettanto vasta produzione di racconti, o al suo interesse verso le novità nel campo della matematica, della fisica, dell'astronomia (in quest'ultimo caso si interessò alla previsione dell'esistenza di un ottavo pianeta nel Sistema Solare).

domenica 6 ottobre 2013

Più antico delle montagne

L'oceano è più antico delle montagne, e pieno delle memorie e dei sogni del tempo.

Howard Phillips Lovecraft via thecerebralforay

lunedì 31 ottobre 2011

Gli orrori matematici di Howard Philips Lovecraft

A volte succede di imbattersi in cose curiose, strane e interessanti come questo film di fantascienza 4D Man.
Sulla Wiki così inizia la descrizione della trama (la lascio non tradotta, perché tratta da quella in inglese)
Brilliant but irresponsible scientist Tony Nelson (James Congdon) develops an amplifier that allows any object to achieve a 4th dimensional (4D) state. While in this state that object can pass freely through any other object.
Leggendo queste parole ho immediatamente pensato a Howard Philips Lovecraft e ai suoi Miti di Cthulhu, in particulare to I sogni nella casa stregata. In questo breve racconto il protagonista, Walter Gilman, uno studente di matematica, vive nella casa di Keziah Mason, una delle streghe di Salem. Nel corso della storia, comunque, ci sono alcuni interessanti passaggi, almeno dal punto di vista matematico:
Ella [la strega] disse al Giudice Hathorne di linee e curve che potevano essere fatte per muoversi attraverso le mura dello spazio verso un altro spazio esterno (...)
Possiamo dedurre già da qui l'uso di Lovecraft per i suoi propositi della geometria euclidea; a ulteriore dimostrazione ecco un nuovo passaggio dal racconto:
[Gilman[ voleva trovarsi nell'edifico dove alcune circostanze avevano più o meno improvvisamente dato a una mediocre vecchia del XVII Secolo una intuizione nei meandri della matematica forse oltre i massimi approfondimenti moderni di Planck, Heisenberg, Einstein e de Sitter.
o anche questo ulteriore passaggio, dove HPL sembra riferirsi all'ipotesi di Riemann:
Stava ottenendo una abilità intuitiva per la risoluzione delle equazioni di Rieman, e stupì il Professor Upham con la sua comprensione dei problemi quadri-dimensionali e di altro genere (...)
In effetti Gilman stava studiando
calcolo non-euclideo e fisica quantistica

Illustrazione di Greg Nemec
E Walter, sognando, riesce a sperimentare gli spazi multi dimensionali degli abissi semza limiti:
abissi le cui proprietà materiali e gravitazionali, e la cui relazione con la propria entità, non potevano ancora essere spiegate. Non camminava o si arrampicava, volava o nuotava, strisciava o si contorceva; tuttavia sperimentava sempre un modo di muoversi parzialmente volontario e parzialmente involontario. Della sua propria condizione egli non poteva ben giudicare, poiché dalla vista dei suoi arti, gambe, torso sembrava sempre tagliato fuori da una qualche bizzarra ricomposizione della prospettiva; (...)
Durante il suo viaggio nella quarta dimensione, Gilman ha anche visto
prismi, labirinti, aggregati di cubi e di piani, ed edifici ciclopici
che sono caratteristici della letteratura lovecraftiana.
Un altro riferimento non-euclideo si trova ne Il richiamo di Cthulhu(1):
Egli disse che la geometria del sogno era abnorme, non-euclidea, e disgustosamente evocativa di sfere e dimensioni lontane dalle nostre.
E lo stesso Cthulhu è una creatura quadridimensionale. Cthulhu era infatti uno dei Grandi Antichi: queste creature
(...) non erano del tutto composte di carne e sangue. Avevano una forma (,,,) ma quella forma non era fatta di materia.
Potremmo allora immaginare Cthulhu nel nostro mondo come la proiezione di un dodecaplex in uno spazio tridimensionale, ad esempio:

mercoledì 18 agosto 2010

I miti di Lovecraft

More about I miti di LovecraftIl 12.mo volume di Epix, lo speciale di Urania dedicato al fantasy e al fantastico in generale (e che da un po' ho ormai perso di vista...), è una selezione della raccolta Tales of Lovecraft Mythos curata da Robert Price. Dalla raccolta la redazione di Urania ha escluso Robert Bloch, presente con una prefazione, un racconto dello stesso Price, e tra gli altri anche 2 racconti di August Derleth, che è uno dei principali ordinatori dell'opera di Lovecraft. La raccolta, comunque, nasce per mettere insieme racconti ambientati e ispirati dal solitario di Providence e principalmente legati ai miti di Cthulhu.
Gli autori presenti in questo volume sono
  • Howard con Le cose nel tetto e Il fuoco di Assurbanipal
  • Clark Ashton Smith con Le sette maledizioni
  • Henry Kuttner con Gli invasori e La campana dell'orrore
  • Price con Il signore dell'illusione
  • Richard Seeright con Il custode della conoscenza
  • Henry House con Il guardiano del libro
  • Robert Lowndes con L'abisso
  • Duane Russell con La musica delle stelle
  • Carl Jacobi con L'acquario
  • Donald Wollheim con L'orrore di Lovecraft
  • Fritz Leiber con Per Arkham ad astra
In appendice Alt+Canc di Mario Bianchino, collaboratore della redazione, un racconto che nulla ha a che spartire con il volume.
I racconti migliori in assoluto sono quelli di Howard, ma questo non era difficile da prevedere. In particolare Il fuoco di Assurbanipal ha un sapore conaniano che lo rende particolarmente affascinante. La storia ha poi molto in comune con il frammento howardiano Il salone dei morti, rielaborato in forma di fumetto in una trilogia da Mike Mignola con i disegni di Cary Nord per la prima serie della Dark Horse dedicata a Conan e raccolto in Italia sul 4.0 volume di 100% Conan: Il salone dei morti edito dalla Panini.
Particolare il racconto di Smith, che utilizzando una struttura favolistica, racconta di orrori tipicamente lovecraftiani. Come lettore mi aspettavo una risoluzione circolare del racconto, che invece trova la sua fine con la morte improvvisa del protagonista, tale Ralibar Vooz. Probabilmente l'attesa era dovuta all'accenno ai cerchi:
(...) Ho circondato questo luogo con dodici cerchi di illusione, il cui effetto è moltiplicato dalle loro innumerevoli intersezioni; e la possibilità che un intruso riuscisse a trovare la strada per la mia dimora era così piccola da essere trascurabile.
Sono le parole dello stregone Ezdagor, che impone la prima fatica sul nostro Ralibar Vooz, una sorta di Ercole lovecraftiano che si aggira tra divinità oscure, di volta in volta suscitando interessi mangerecci o sperimentali o quant'altro fino alla morte conclusiva e quanto mai casuale!

mercoledì 3 dicembre 2003

Il richiamo del mare

Finora non mi sono ucciso come lo zio Douglas. Ho comprato un'automatica e sono quasi giunto a compiere il passo estremo, ma certi sogni me lo hanno impedito. L'orrore si sta attenuando, e mi sento stranamente attirato da quelle profondità marine sconosciute invece di temerle. Sento e compio strane cose dormendo, e mi sveglio in preda ad una sorta di esaltazione al posto del terrore. Non credo di aver bisogno di aspettare il cambiamento totale, come la maggior parte di noi ha fatto. Se lo facessi, mio padre probabilmente mi chiuderebbe in un manicomio come il mio povero, piccolo cugino. Splendori stupendi e inauditi mi attendono nelle profondità, ed io dovrò cercarli subito.
Ia-R'lyeh! Cthulhu fhtagn! Ia Ia!
No, io non devo uccidermi: non posso essere stato creato per uccidermi! Studierò un piano di fuga per mio cugino da quel manicomio di Canton, ed insieme andremo ad Innsmouth dalle ombre meravigliose. Nuoteremo al di là di quella scogliera nel mare, e ci dirigeremo attraverso i neri abissi verso la ciclopica Y'ha-nthlei dalle Mille Colonne, ed in quel rifugio dimoreremo per sempre tra i prodigi e la gloria.

(da L'ombra su Innsmouth, di Howard Phillips Lovecraft, trad. di Gianni Pilo)