Niente musica e scienza, quoest'oggi. Solo musica. E' stato rilasciato, proprio oggi, l'EP
Phantomime dei
Ghost costituito completamente da
cover. Come detto
in occasione di Batman: Death Metal, i
Ghost sono una
band svedese che ricade nella grande casa dell'
heavy metal. In effetti, oltre alle evidenti influenze degli
Iron Maiden, nel loro stile musicale si riscontrano anche elementi più propriamente
pop e
dance. Qualcuno ha detto
Abba? In effetti nei commenti a
Danse macabre ho letto qualcuno accostare il pezzo proprio a questo famosissimo gruppo
pop, guarda un po' anche questo svedese. Ed è inevitabile come anche in un
album di
cover tutti questi elementi vengano mantenuti, sebbene debba confessare che il lavoro dei
Ghost è quanto ci possa essere di più fedele agli originali.
La
tracklist parte da
See no evil dei
Television,
band punk statunitense, che però i
Ghost rendono decisamente più
heavy (e per i miei gusti anche più gradevole): mi sembrava quasi una canzone dei
Queen!
Si passa poi a
Jesus he knows me dei
Genesis. E devo dire (lo dico?) in alcuni momenti sembrava che cantasse proprio
Phil Collins!
Con
Hanging around si passa agli
Stranglers, britannici. Neanche in questo caso i
Ghost non sono andati troppo lontani dalla canzone originale, ma forse questo è uno dei due casi in cui preferisco l'originale. E no, l'altro caso non è il prossimo pezzo, quel
Phantom of the opera dei già citati
Iron Maiden. Il motivo è che la versione dei
Ghost è, invece, la più fedele di tutte alla materia originale. E non poteva essere diversamente!
Devo però dire che, nonostante
We don't need another hero sia una delle più belle dell'interno EP (non al primo posto per la presenza del pezzo dei
Maiden), anche in questo caso preferisco la versione originale di
Tina Turner, peraltro una delle sue canzoni più famose anche grazie al fatto che venne rilasciata insieme con
Mad Max, in cui la stessa Turner recitò da coprotagonista insieme con
Mel Gibson. D'altra parte è difficile per il cantante dei
Ghost riuscire a interpretare la canzone con la stessa voce calda e potente della Turner. E infatti alla fine la
cover sembra velata di una qual certa malinconia che la rende più una ballata
metal che non un
R&B.
Nel complesso un interessante esercizio di stile che ha brillato soprattutto per un'attenzione della
band alla fedeltà alle canzoni originali, che è indubbiamente un elemento a favore dell'EP.