Stomachion

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venerdì 7 giugno 2024

Suno: musica intelligente

20240607-suno-sample-odi
Abbiamo già visto, in precedenti articoli, i primi utilizzi dei computer per generare musica, l'uso dei frattali nella generazione della musica e l'uso delle reti neurali per completare opere lasciate incomplete del passato. Gli articoli precedenti, sistemati non nell'ordine cronologico di uscita ma nell'ordine consigliato di lettura, vengono completati con quello in uscita oggi, che allo stesso tempo inizia anche una nuova serie dedicata agli esperimenti che ne sono generati, alcuni a tema scientifico, altri per puro divertimento.
Per riallacciarci alla questione sulla ricostruzione della decima sinfonia di Beethoven, avevo concluso che all'epoca non era ancora giunto il momento per le reti neurali di essere creative. E in effetti se mettiamo a confronto i risultati dei software di musica frattale e quelli di un compositore umano, esiste una certa differenza rilevabile a udito tra i due prodotti e per far sì che la musica frattale generata da un algoritmo bisogna comunque trafficare un po' con le impostazioni. Alla fine, però, è arrivato online un progetto interessante, Suno, una rete neurale in grado di generare musica.
Stando a quanto afferma il team, costituito da programmatori e artisti, l'obiettivo del progetto è quello di democratizzare la creazione della musica e renderla accessibile a chiunque. Avendo studiato musica (pianoforte, in particolare), ed essendomi cimentato, con qualche esperimento di composizione (di cui non vi ho ancora raccontato), l'idea dietro il progetto l'ho trovata molto interessante e così sono corso a provare il sistema. Prima di raccontarvi del secondo esperimento (al primo dedicherò un episodio a parte di particelle musicali), vorrei però approfondire velocemente le basi tecniche del progetto.

giovedì 13 febbraio 2020

Un uomo disse all'universo

Un uomo disse all'universo:
"Signore, Io esisto!"
"Ciò nonostante", replicò l'universo,
"Il fatto non ha creato in me
Alcun senso di obbligo".
Stephen Crane

giovedì 13 agosto 2015

La testa di Apollo

Inquieto Apollo, siamo desti!
La fronte intrepida ergi, déstati!
Spira il sanguigno balzo...
L’azzurro inospite è alto!
Spaziosa calma...
versi di Giuseppe Ungaretti; foto di Domenica pate

martedì 22 gennaio 2013

Momento matematico

Una funzione che incrementa di un tasso esponenziale
Sembra possedere un qualche potenziale
per svilupparsi in alto verso l'infinito
ma una volta raggiunto quel certo vicinato
si livella ed è quasi semplicistica
poiché questa funzione è la logistica.

Orland, Paige S.. 2012. Math Moment. Journal of Humanistic Mathematics, 2 (2): 153. Traduzione di G.Filippelli

P.S.: ho scovato la poesia girando tra le pagine del Journal of Humanistic Mathematics, segnalato su Roots of Unity da Evelyn Lamb.

martedì 13 novembre 2012

Su strade non battute

Non piangere per strade non battute,
Non piangere per percorsi abbandonati,
Perché oltre ogni svolta
c'è un lungo accecante finale:
E' il peggior tipo di dolore che ho conosciuto.

Rinuncia al tuo cuore spezzato
E permetti all'errore di passare oltre,
Perché l'amore che hai perduto
Non valeva quanto è costato
E nel tempo sarai grato che sia andato...

Non piangere per strade non battute,
Non piangere per luoghi invisibili,
Possa il tuo amore non avere mai fine
E se hai bisogno di un amico...
C'è un posto qui accanto a me.
(mia traduzione di Roads untraveled dei Linkin Park)

martedì 6 novembre 2012

Quando ho sentito l'astronomo istruito

Quando ho sentito l'astronomo istruito,
Quando le prove, le figure, erano disposte in colonne di fronte a me,
Quando ho visto i grafici e i diagrammi, per aggiungerli, dividerli e misurarli,
Quando io, seduto, ho sentito l'astronomo nella stanza dove ha insegnato tra gli applausi,
Quanto inesplicabilmente presto sono diventato stanco e sofferente,
Fino a che alzatomi e scivolato via non ho iniziato a vagare da solo,
Nella mistica umida aria notturna, e di tanto in tanto,
Guardavo in perfetto silenzio verso le stelle.

(mia traduzione di When I heard the learn'd astronomer di Walt Whitman; vignetta tratta da zen pencils)

lunedì 1 ottobre 2012

Ellissonetto

Il sonetto
non ha bisogno di provocarci,
è semplicemente 8 versi seguiti da sei
e tali geometrici trucchi
per i poeti sono solo un'abracadabra.
Ma per scrivere un'ellisse, come di punti
un luogo, ogni asse bisogna fissare
tale che maggiore e minore non si vanno a mescolare
e l'occhio della mente fuori fuoco mandare!
Lasciate che lo studioso di Milton o di Dante
si sottoponga a un'operazione leggera
rimuovendo il suo status-quo-ante
riguardo tale versificazione:
è facile da fare; e allora perché non si può
per il divertimento dell'ellittica
creazione?

P.S.: spero che Gerald L. Kaufman possa perdonarmi per la non troppo bella e divertente traduzione...

(l'originale su Scientific American)

lunedì 13 agosto 2012

Un milione di scale... per la precisione!

Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
(Eugenio Montale)
Il che significa che, considerando dei gradini con un'alzata media di 16,5 cm e una quota di piano arrotondata a 3 m, quindi una quantità media di 18 gradini per piano, pianerottoli compresi, Eugenio ha sceso, dandole il braccio, almeno 55mila piani. Immaginiamo che Eugenio vivesse al primo piano di un'abitazione e avesse accompagnato la moglie sei volte al giorno su e giù per le scale. Servono 9259 giorni, il che significa 25 anni. La moglie è stata conosciuta nel 1929 ed è morta nel 1963, in un lasso di tempo di 34 anni, quindi l'affermazione di Eugenio è credibile.
(miemoltopiaciuto via mynameislaziness)

martedì 7 agosto 2012

Poesia al limone

Stavo gustando un bicchiere di acqua al limone (fatta con granita di limone e aggiunta di acqua, rigorosamenye "da muntagna") quando mia zia (una delle tante) dice:
Gianlui'! E prenditela tutta in una volta! Sembra che ci stai facendo una poesia!
In effetti gustare un bicchiere di acqua al limone, un cucchiaino alla volta, fino a che la granita non e' diventata meno dell'acqua ed ecco! siamo pronti a sorseggiare quel che e' rimasto, riempiendo la bocca del gusto del limone... ecco! tutto questo, in effetti, e' un po' una poesia...
O un haiku:

Fresco ristoro,
uno alla volta un lento cucchiaino,
limone temperato con l'acqua

venerdì 27 luglio 2012

Il giorno della poesia matematica

Bridges: Mathematical Connections in Art, Music, and Science (via Mr Honner) è una conferenza annuale dove matematici, scienziati e artisti esplorano le connessioni matematiche tra questi campi della cultura umana. Oggi Domani in particolare è il giorno della poesia, così ho deciso di approfondire un po' la storia e pubblicare un paio di poesie matematiche, che tra l'altro hanno una speciale particolarità: sono state sottomesse e pubblicate su Nature!
Immagino che molti lettori abbiano già letto il delizioso post di Lucia, quando una pubblicazione scientifica diventa poema..., per cui non si stupiranno di scoprire questo che è un esempio precedente di ben cinquanta anni circa rispetto a The Detection of Shocked Co/ Emission from G333.6-0.2 di J. W. V. Storey, pubblicato nel 1984 sui Proceedings of the Astronomical Society of Australia e scoperto, come segnalato da Lucia, in un post Maria Popova.
In questo caso a occuparsi di trasformare in poesia una ricerca, matematica nello specifico, è stato Frederick Soddy, non uno qualunque ma il vincitore del Premio Nobel per la Chimica nel 1921. Il poliedrico chimico scrisse alcuni versi dal titolo The Kiss Precise (Il bacio preciso) nei quali riscopriva il teorema dei cerchi di Cartesio:
originariamente dimostrato da Rene Descartes e che coinvolge il raggio di quattro cerchi mutualmente tangenti
Questi sono i versi di Soddy:
Per un paio di labbra che si devono baciare
Non è necessario la trigonometria coinvolgere.
Non è così quando quattro cerchi un bacio
Ognuno agli altri tre si danno.
Per portare a termine l'operazione i quattro devono essere
Tre dentro uno o uno dentro tre.
Se uno è dentro tre, è fuor di dubbio!
Ognuno riceve tre baci dall'esterno.
Se tre in uno, allora quell'uno
è tre volte baciato dall'interno.
Quattro cerchi per baciarsi.
I più piccoli sono i più curvi.
E la curvatura è giusto l'inverso
Della distanza dal centro.
Sebbene il loro intrigo lasciò Euclide muto
Della regola del pollice non c'è alcun bisogno.
Poiché curvatura zero è una linea dritta
E curvature concave hanno segno meno,
La somma dei quadrati di tutte e quattro le curvature
E' la metà del quadrato della loro somma.(1, 2)
E' interessante notare come anche Thorold Gosset, che sottomise sempre a Nature la generalizzazione del risultato, scrisse anche(7) una poesia sul suo risultato:
Ma non dobbiamo limitare le nostre preoccupazioni
A semplici cerchi, piani e sfere,
E salire verso iper piani e curve
Dove sorgono baci multipli,
In uno spazio n-ico le coppie che si baciano
Sono ipersfere, e, la Verità dichiara,
mentre n+2 così osculano
Ognuna abbracciata con n+1 compagni,
Il quadrato della somma di tutte le curvature
E' n volte la somma dei loro quadrati.(3, 4)
It's interesting to observe that Soddy's poetry is the oldest poem submitted to a scientific journal, being older than The Detection of Shocked Co/ Emission from G333.6-0.2 by J. W. V. Storey, published in 1984 on the Proceedings of the Astronomical Society of Australia and discovered by Maria Popova.

mercoledì 23 novembre 2011

Aspettando il Carnevale della Chimica

Nell'attesa del Carnevale della Chimica #11 che ci sarà tra circa 8 ore, ricordo attraverso lo screenshot del tweet di Paolo, che oggi è l'anniversario della nascita di Johannes van der Waals, quello dell'equazione di stato dei gas reali \[\left ( p + n^2 \frac{a^2}{V} \right ) (V - nb) = nRT\] dove $p$ è la pressione, $V$ è il volume totale della scatola che contiene il gas, $n$ il numero delle moli, $R$ la costante di Boltzman, $T$ la temperatura assoluta, $a$ una costante che misura la forza di attrazione tra le particelle del gas, $b$ una costante che misura il volume occupato dalle molecole.

Johannes e Jacqueline van der Waals
Poiché, vista la presenza odierna su questo blog del Carnevale della Chimica, non si può degnamente ricordare l'illustre chimico-fisico, rimando l'appuntamento con la sua biografia a una migliore occasione, mentre oggi ci avviciniamo al Carnevale con la mia traduzione della versione inglese, Child-eyes(1), di Kinderoogen, scritta da Jacqueline van der Waals, figlia di Johannes, Premio Nobel nel 1910:
Vedo sempre dal viso di un bambino
due occhi tristi su di me,
molto calmi e pazienti. Chiedono,
una domanda, che non riesco a comprendere.

Perché, oh occhi di bambino!,
perché da quel volto pallido,
quel volto pallido e innocente,
quello sguardo su di me?

Non posso darti alcuna risposta.
Oh! E non chiedetemelo così!
Ciò risveglia nel mio cuore un tumulto,
una tristezza, che non riesco a comprendere
(1) Per fare la traduzione ho prima realizzato una traduzione in inglese dall'olandese con Google Translate del ritratto della poetessa.

mercoledì 13 luglio 2011

Keplero aveva un gatto nero

More about Giovanni Keplero aveva un gatto neroDa dove iniziare? E' sempre difficile raccontare un libro bello, ricco di spinti, intelligente e anche divertente. E allora, forse, il modo migliore è iniziare con la definizione del limerick:
Il pittore e, possiamo dirlo, poeta Edward Lear ideò un componimento poetico dalla struttura AABBA che, come ben scrive l'autore nell'introduzione tecnica, si basa non già sul numero delle sillabe ma sul ritmo. Non sto qui a spiegarvi tutto sulla struttura del verso (c'è Wikipedia, o c'è l'introduzione del nostro invincibile autore!), però un esempio ve lo voglio proporre, tratto proprio dall'introduzione.
Betsy Devine e Joel Cohen nel 1992 proposero questa simpatica cinquina:
Integral of zee-squared dee zee
From 1 to the cube root of 3,
Times the cosine,
Of 3 pi over 9,
Is the log of the cube root of e.
che nella traduzione del nostro diventa
L'integrale di z, se al quadrato è,
da uno alla radice cubica di 3
per il coseno preciso
di tre pigreco, per nove diviso,
è il logaritmo naturale della radice cubica di e.
che altro non è se non la seguente formula matematica:
\[\int_1^{\sqrt[3]{3}} z \, \text{d} z \cdot \cos \left ( \frac{3\pi}{9} \right ) = \ln \sqrt[3]{e}\]
Altro componimento interessante presente nella raccolta è il clerihew, che prende il nome dal suo inventore, che torva uso soprattutto nella presa in giro di personaggi reali, come nel caso del Keplero del titolo:
Giovanni Keplero
aveva un gatto nero
che storceva le vibrisse
se sentiva cerchio e non ellisse.
Se vogliamo, lettori moderni, un ottimo riferimento, sempre moderno, sono le famosissime biografie essenziali.
Un altro componimento interessante è il fib, che si basa sulla serie di Fibonacci: ogni verso ha un numero di sillabe corrispondente alla cifra della serie abbinata a quella riga, quindi primo verso 1 sillaba, secondo verso 1 sillaba e così via, con stanze di 5 o 6 versi, come ad esempio questa dedicata al bosone di Higgs e dal titolo Nell'attesa del boom borsistico:
Ma
tu
ci sei?
Esisti?
Rotto lo specchio,
potremo mai ricomporlo,
osservando la massa degli intermediari?
che, obiettivamente, è una buona domanda...
Componimenti apparentemente minori ma non per questo meno importanti sono gli italiani incarrighiana e i versi maltusiani.
Il primo è un componimento satirico suo malgrado, visto che l'inventore, Ferdinando Ingarrica, non sembra che l'intento satirico fosse nelle sue intenzioni, ma intanto tutta Italia (come si disse ai tempi dell'uscita dei primissimi, mitici numeri di Rat-Man Collection) gli ha riso dietro.
I versi maltusiani, invece, sono ideati all'interno del movimento dei futuristi per prendere in giro Thomas Malthus, economista sostenitore della castità (non è un caso se gli oani, la razza dei Guardiani dell'Universo DC Comics, casti, sono originari del pianeta... Malthus!), e anche loro avevano un intento leggero e scherzoso.
Al di là, comunque, dei toni, appunti, leggeri e scherzosi che riescono a trasformare in gioco argomenti altrimenti ostici, sono abbastanza d'accordo con quanto scritto da .mau. su anobii
i suoi maltusiani non hanno il ritmo che mi aspetterei da loro: anche l'orecchio vuole la sua parte.
In effetti estenderei il giudizio anche agli incarrighiani, che mi richiamano troppo alla mente quel deficiente di Cattivik (mi farò molti nemici, ma proprio questo personaggio non riesco a sopportarlo!).
Quindi, se sono riuscito a interessarvi, correte a procurarvi Giovanni Keplero aveva un gatto nero di Marco Fulvio Barozzi, in arte Popinga.

P.S.: in effetti l'ho trovato per sbaglio, mentre non lo stavo cercando, nel piano scientifico della libreria Hoepli qui a Milano. Ovviamente non sono uscito solo con quel libro, ma degli altri ci sarà modo e tempo di parlarne dopo che li avrò letti!

sabato 5 giugno 2010

Poetando via Skype

C'è una mia amica che ha un supertelefono. A volte si discute con la chat di Skype. Si può stare anche ore, spesso di notte (che di giorno si lavora, per lo più). E in una di queste recenti chattate, ecco che mi invia, verso a verso per come la ricorda, Un aviatore irlandese prevede la propria morte di Yeats:
Io so che incontrerò il mio destino
Da qualche parte tra le nuvole lassù
Non odio quelli che combatto
Non amo quelli che difendo
La mia gente è la povera gente di kiltartan
E non c'è fine che possa arrecar loro danno
O lasciarli più felici di prima
Ne gli uomini politici nè le folle plaudenti
Mi hanno spinto a questa rissa fra le nuvole
Ma un solitario impulso di piacere
Ho soppesato tutto, tutto ho portato alla memoria
Uno spreco di respiro mi sono sembrati gli anni futuri
Uno spreco di respiro gli anni passati
Contrappesati con questa vita
Con questa morte
Dovrebbe mancare un verso o forse due, comunque questo è solo l'inizio.
Si passa infatti a consigliare Il violinista di Dooney, senza dimenticare i legami di Yeats con Crowley, il mago di anta anni fa.
La discussione poetica, partita da Whitman e dalla sua ricorrenza, ci fa vagare tra gente varia, passando ad esempio per Colerdige e Blake, senza dimenticare Baudelaire, di cui mi consiglia la lettura de Il tradimento di San Pietro e Moesta et errabunda. Della prima mi abbozza anche un inizio:
I lamenti dei martiri e dei suppliaziati
Sono senza dubbio una sinfonia inebriante
Se i cieli nonostante il sangue che costa
La loro voluttà non se ne sono ancora saziati
Altro nome suggerito è quello del poeta medioevale Villon, di cui vi propongo La ballata delle cose da niente:
So vedere una mosca nel latte,
So riconoscere l'uomo dall'abito
So distinguere l'estate dall'inverno
So giudicare dal melo la mela
So conoscere dalla gomma l'albero,
So quando tutto è poi la stessa cosa,
So chi lavora e chi non fa un bel niente,
So tutto, ma non so chi sono io.

So valutare dal colletto la giubba
So riconoscere il monaco dall'abito,
So distinguere il servo dal padrone,
So giudicare dal velo la suora,
So quando chi parla sottintende,
So conoscere i folli ben pasciuti,
So riconoscere il vino dalla botte,
So tutto, ma non so chi sono io.

So distinguere un cavallo da un mulo,
So giudicare il carico e la soma,
So chi sono Beatrice e Belet,
So fare il tiro per vincere ai punti,
So separare il sonno dalla veglia,
So riconoscere l'errore dei Boemi,
So che cos'è il potere di Roma,
So tutto, ma non so chi sono io.

Principe, so tutto in fin dei conti,
So vedere chi sta bene e chi sta male,
So che la Morte porta tutto a compimento,
So tutto, ma non so chi sono io.

venerdì 9 maggio 2008

9 Maggio 1978: Senza Titolo

E venne da noi un adolescente
dagli occhi trasparenti
e dalle labbra carnose,
alla nostra giovinezza
consunta nel paese e nei bordelli.
Non disse una sola parola
né fece gesto alcuno:
questo suo silenzio
e questa sua immobilità
hanno aperto una ferita mortale
nella nostra consunta giovinezza.
Nessuno ci vendicherà:
la nostra pena non ha testimoni.

(di Peppino Impastato)

P.S.: Oggi, a Cinisi, una nuova manifestazione anti-mafia in onore di Peppino Impastato.

Stipaturi Network:
30 anni fa: una morte come un pugno
I cento passi (scena finale)

venerdì 4 marzo 2005

Il risveglio di Urizen

Immagine di Libri profeticiIn questi tempi (deludenti) sanremesi, consolandosi con la mitica CSI, sono riuscito a concludere la lettura dei Libri profetici di William Blake, poeta, incisore, pittore.
L'edizione è quella della Bompiani, e la traduzione sembra abbastanza corretta (grazie al testo in inglese afronte si può fare un confronto) e i versi di Blake scorrono tra tormenti e conoscenze nascoste intensi ed interessanti, molti di loro con un ritmo che non tutte le canzoni del Festival 2005 posseggono.
Prima di salutare, un unico appunto: peccato per l'eliminazione di Franco Califano e per la mancata esclusione della DJ Francesco Band, la banda di più rapida formazione mai apparsa sulla faccia della Terra.

P.S.: Notizie dell'ultimissima ora riportano che nel bel mezzo dell'Atlantico sembra che il terribile Urizen si sia svelgiato e si stia dirigendo verso Sanremo. I suoi intenti sono ancora sconosciuti.