Ormai instagram, per quanto sia ancora installato sul mio
smartphone, non è esattamente un
social che vivo particolarmente spesso. A volte capita, come per esempio venerdì scorso quando abbiamo rilanciato l'uscita de
Il fattore gamma di cui ho scritto l'
introduzione. In quell'occasione il sistema mi ha proposto un
reel in cui
Beatrice Mautino ed
Emanuele Menietti pubblicizzavano l'ultima puntata di
Ci vuole una scienza, uno dei
podcast del
Post. E quel
reel devo dire che mi ha dato fastidio e non poco, ma non per i contenuti. Passo a spiegarvelo.
La memoria dell'acqua
La storia della "
memoria dell'acqua", ovbvero il fatto che l'acqua conserverebbe memoria di ciò che viene dissolto al suo interno anche dopo un numero arbitrariamente grande di diluizioni successive, ha origine nel 1988 grazie a un esperimento di un
team guidato da
Jacques Benveniste, che sembrava aver verificato tale idea.
L'articolo con il quale vennero riportati i risultati fu proposto a
Nature: l'idea iniziale era rifiutarlo, perché era evidentemente sbagliato, visto che metteva in crisi leggi fondamentali della chimica e della fisica. L'unico problema era che non sembrava esserci alcun errore metodologico nell'esperimento stesso. Così si giunse a un compromesso: si sarebbe pubblicato l'articolo a patto di ripetere l'esprimento sotto la supervisione di un
team messo in piedi dalla redazione di
Nature:
John Maddox, l'
editor di
nature,
James Randi, illusionista e "cacciatore" di bufale, e
Walter Stewart, chimico dello
U.S. National Institutes of Health.
Così dopo la
pubblicazione iniziale dei risultati di Beneviste, il
team riprodusse l'esperimento sotto la supervisione di Maddox
&co. Dopo la prima esecuzione, assolutamente identica a quella portata avanti dal
team, anche nei risultati, Maddox comprese subito quale fosse stato il problema, così propose di rifare l'esperimento utilizzando il sistema del
doppio cieco (un modo per ridurre il più possibile eventuali manipolazioni, anche involontarie, durante l'esperimento). Inultile dire che i risultati in questo caso furono negativi e non c'era alcuna "memoria dell'acqua". E i risultati del test vennero, ovviamente,
pubblicati su Nature.
Se dal punto di vista scientifico ciò chiudeva la faccenda, per quel che riguarda i
fan dell'omeopatia questa dimostrazione di falsità non è mai stata sufficiente (un po' come mostrare a un terrapiattista la curvatura della Terra così come fotografata dalla Stazione Spaziale Internazionale), per cui ogni tanto questa storia torna a farsi sentire in contesti tra i più disparati.
Definito, comunque, il contesto, passiamo alla storia narrata nel
reel.