Per alcuni problemi tecnici, ho deciso questa settimana di pubblicare l'intera recensione del
Topolino al momento in edicola qui su
DropSea. Potrei, però, recuperare più tardi la recensione dedicata alla conclusione del
Centounesimo canto sul
Cappellaio Matto, ma non ho ancora deciso.
Il titolo generale della recensione, ad ogni modo, non si riferisce solo al finale della saga
dantesca, ma anche alla storia
pkappica, come scoprirete avendo la pazienza di leggere il lungo articolo che ci aspetta.
Lets' go!
In giro con Dante
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Dante Alighieri in un dipinto di Sandro Botticelli
E si conclude con un doppio episodio suddiviso in due tempi
Il centounesimo canto, la ricerca dei paperi dietro il presunto centounesimo canto della
Divina Commedia.
Alessandro Sisti, con i disegni di
Alessandro Perina, disegnatore anche degli altri due omaggi italiani a
Leonardo Da Vinci e
Raffaello Sanzio, conclude la così detta
trilogia italiana di storie celebrative legate a una serie di tre ravvicinati anniversari che si concludono con il 700.mo della morte di
Dante Alighieri.
Ritenuto il precursore della nascita della lingua italiana, Alighieri ha vissuto una vita piuttosto interessante e politicamente molto impegnata. In questo senso la sua
Commedia è non solo un'opera religiosa, ma anche politica, a testimonianza della forte influenza della religione cattolica sul territorio italiano dell'epoca. E proprio la parte politica della storia di Dante è quella che Sisti ha cercato di mettere in evidenza nel
Centounesimo canto. La storia, infatti, segue le mosse di un Dante in esilio da Firenze a causa delle lotte intestine tra le fazioni dei guelfi bianci e dei guelfi neri (nello specifico Dante era un bianco). Nel suo peregrinare, il poeta giunse a Ravenna, città dove morì il 14 settembre del 1321, nonché la città in cui si svolge parte dell'episodio conclusivo.