E' stata una settimana complicata: non ho pubblicato praticamente nulla, saltando anche la tradizionale recensione dedicata al numero settimanale di
Topolino (che pure ho letto per tempo), iniziando persino ad abbozzarla. Non sono, però, riuscito a concluderla, concentrato in parte sul lavoro, in parte sull'atteso stacco dal lavoro.
Come avevo scritto
settimana scorsa, in queste settimane
EduINAF sta portando avanti un'iniziativa piuttosto
pop come quella delle
Olimpiadi Spaziali. E l'articolo uscito sabato scorso era dedicato a due sport, uno individuale e l'altro di squadra, da
ipoteticamente praticare su Marte: tennis e
baseball.
Fino all'ultimo ace
Bisogna, però, avere un po' di pazienza prima di servire la palla nella metà campo avversaria. Il punto fondamentale sta nella ridotta accelerazione di gravità di Marte, $3.72 \, m/s^2$ rispetto ai $9.81 \, m/s^2$ sulla Terra. In questo caso, con un calcolo veloce, si scopre che i tempi di volo sul
pianeta rosso sono all'incirca 2.7 volte i tempi di volo terrestri. Generalmente quando un tennista è al servizio, da quando lancia la palla in aria fino a quando la colpisce passano da 1 a 2 secondi in relazione all'altezza a cui la pallina arriva. A parità di velocità iniziale, il tempo d'attesa prima di colpire la pallina stessa varierebbe dai 2.7 ai 5 secondi o poco più. Questo, per uno sport molto veloce, ma anche molto lungo, dilaterebbe i tempi della partita, rendendo così necessari alcuni aggiustamenti regolamentari per non prolungare eccessivamente le partite.
In tutto questo abbiamo escluso la variabile del
peso della pallina, che su Marte risulta quasi 3 volte inferiore e quindi i tennisti riuscirebbero a mandare la pallina ancora più in alto, almeno a parità di forza impressa nel braccio, aumentando così di un altro paio di secondi il tempo di attesa.
Se poi a questo aggiungiamo il fatto che la pallina dovrebbe attraversare un'atmosfera meno densa rispetto alla Terra, perdendo così una velocità praticamente trascurabile, è facile immaginare che, senza un cambio nell'impostazione di gioco, una partita di tennis su Marte si trasformerebbe in una sfilza di
ace in cui a fare la differenza sarebbero proprio gli errori al servizio e le rare risposte di chi è in risposta.
Notate che, rispetto all'articolo su
EduINAF, voglio mantenermi entro i limiti di gioco e quindi mantenere il campo dentro la lunghezza stabilita dei 24 metri: questo vincolo, insieme con la necessità di non over lanciare la pallina troppo in alto e con troppa foga, renderebbe una partita di tennis su Marte una sfida piuttosto interessante per gli atleti.