Lo ammetto: non attendevo altro che il #3300 solo per la copertina di
Andrea Freccero, che vorrei copertinista unico del
Topo per almeno un paio di decenni. La bella copertina è, peralro, realizzata per introdurre
Il bastone tubetano, storia esotica disegnata dal suo "allievo"
Stefano Zanchi, che più passa il tempo, più diventa indistinguibile dallo stesso Freccero, il che forse non è proprio un punto di merito. Zanchi, però, è bravo quindi ha indubbiamente tutto il tempo per migliorare e magari introdurre elementi di distinzione nel tratto rispetto a quello di Freccero. D'altra parte fossero dello stesso livello gli epigoni di
Giorgio Cavazzano forse non ci sarebbe ancora bisogno del maestro sulle pagine di
Topolino.
Bando ai sentimentalismi, passiamo però alla storia d'apertura:
Un insolito sport
Con una storia dall'evidente gusto
ciminiamo,
Vito Stabile spedisce Paperino e Paperone nel Tubet, evidente riferimento al Tibet reale, in un villaggio sconsciuto da cui nessuno può più andare via a meno di non vincere una sfida nello sport locale: il
wakayak, che può essere tradotto come
football e che si gioca a cavallo di uno yak con un bastone legato a un piede con il quale colpire un pallone per farlo finire contro il gong dell'avversario.
Pur rilevando gli stessi difetti riscontrabili nella maggior parte delle storie di
Topolino relativamente alla caratterizzazione abbastanza granitica e stantia dei personaggi
disneyani, in particolare dei paperi, la storia di Stabile, ad ogni modo abbastanza fedele allo schema tipico delle avventure scritte da
Rodolfo Cimino, risulta comunque una ventata di aria fresca, non solo per i riferimenti a altre saghe, come il
flashback di mezza vignetta ambientato nell'universo di
Paperino Paperotto, ma anche per un prefinale non scontato, che controbilancia il classico inseguimento tra zio e nipote con il quale si conclude la storia, senza dimenticare l'ottima caratterizzazione di Paperino durante la sfida di
wakayak, che in qualche modo ricorda quella di Paperino ne
L'odissea nello strazio di
Nino Russo e
Francesco Guerrini durante la sfida di
rollerball.