
In questo mondo ormai arrivato alla fine si muovono i due protagonisti, un uomo che sa di essere vicino alla fine e un bambino, trascinati dal sogno di quest'ultimo di trovare un posto migliore. Magari vicino all'oceano.
La scrittura semplice e diretta di McCarthy, perfetta per l'hard boiled, si adatta splendidamente al mondo post-apocalittico nato, presumibilmente, da una guerra nucleare. La lettura (per quel che ricordo quanto è durata) è rapida e riesce a catturare l'attenzione, tenuti in piedi dalla speranza che anima il bambino. Si potrebbe dire che è una versione post-apocalittica di On the road di Jack Kerouac mescolato con Barbagrigia di Brian Aldiss, visto che in tutto il romanzo proprio il piccolo protagonista è l'unico bambino che incrociamo. A differenza del romanzo di Aldiss, però, manca quell'idea sottesa di voler reagire a quanto avvenuto al mondo. L'uomo, infatti, è animato quasi da una sottile rassegnazione, solo in parte mitigata dalla speranza rappresentata dalla sopravvivenza del figlio.